Difficile farla sotto al naso di una donna, povero amore!

 

“Mi chiamo Erica, era il primo pomeriggio, stavo facendo il mio turno nel rifugio “Fondazione Dolly”, un centro specializzato nel soccorso di pitbull. Improvvisamente è arrivata una donna che stringeva tra le braccia un piccolo cucciolo.  

La donna mi ha raccontato di aver visto un uomo per strada, con una scatola tra le braccia e una busta appesa, aveva qualcosa da nascondere, si vedeva dal suo guardarsi intorno. Si è fermato e ha aperto la scatola, era piena di cuccioli di pitbull bellissimi e piccolissimi, era li per venderli…”.

“La donna si è avvicinata e mentre li osservava ha sentito che dalla busta, tipo quella del supermercato per intenderci, venivano dei rumori. Ha chiesto all’uomo che cosa ci fosse, ma lui si è rifiutato di rispondere, la ragazza non si è arresa, aveva già capito, era spaventata da quell’uomo un po’ burbero,  ha preso la busta ed è scappata via.

Era immondizia ma tra carte e rifiuti c’era lui, una vita! Era un cucciolino, fratello degli altri probabilmente ma non era bello come loro. Era nato malato e la ragazza l’ha portato da me! Al cagnolino, insieme, abbiamo dato il nome Harper; dopo accurati esami su di lui ci siamo accorti che soffriva della ‘Sindrome del cucciolo nuotatore’,

una patologia che impedisce al cane di muovere la testa e le gambe. Questa sindrome non è una malattia vera e propria, colpisce molti cuccioli e nel caso di Harper  era associata ad anomalie cerebrali e anche un soffio al cuore”

“Quando ho visto Harper, insieme ai miei colleghi, ho pensato che era molto debole, era denutrito, forse scacciato non si era alimentato bene, l’unica soluzione sembrava essere l’eutanasia. Quel cucciolo non se lo meritava, era un combattente e tutti noi abbiamo deciso di dargli una seconda possibilità, di lottare per la sua vita.

Ma non avevamo le macchine necessarie per il percorso riabilitativo di Harper, allora ho contattato degli amici di un centro specializzato per animali dove il cucciolo ha iniziato tutti i trattamenti, i massaggi, l’idroterapia… piano piano stavamo ottenendo grandissimi risultati! Undici settimane dopo Harper era in grado di nuotare, giocare e addirittura camminare!”

La storia di questo cucciolo è davvero stimolante, la passione e soprattutto la fede dei volontari gli ha regalato una seconda possibilità di vita; aiutiamo gli animali maltrattati, se veniamo a conoscenza di questi fatti contattiamo le organizzazioni che li tutelano, possiamo salvarli e donare loro nuove case ricche di amore, possiamo cambiare il destino di molti cuccioli indifesi!

Condivideteeee, buona fortuna cucciolo, oggi e per sempre!