Trattamenti di bellezza, attenzione alle infezioni

Bisogna sempre prestare attenzione.

I trattamenti di bellezza non sono sempre così sicuri: il consiglio di rivolgersi sempre in un centro qualificato e certificano non deve essere sottovalutato, perché altrimenti mettiamo a rischio, inutilmente, la nostra salute. Non ci credete? Eppure i dati parlano assolutamente chiaro: il primo bollettino del Sistema Epidemiologico Integrato delle Epatiti Virali Acute-SEIEVA dell’Istituto superiore di sanità ci svela che sono sempre più i casi di epatite C contratti proprio durante dei trattamenti di bellezza.

Nel 2017 trattamenti banali e di routine come manicure, pedicure, rasature dal barbiere, piercing, tatuaggi sono stati responsabili del 24% dei casi di infezione di epatite C, che non si passa solamente tramite i rapporti sessuali a rischio, cioè non debitamente protetti con l’uso di preservativi, o con infezioni contratte durante la degenza in ospedale.

C’è da dire, però, che in Italia dal 1985 sono in calo le infezioni da epatite, in particolare la B e la C: negli anni Ottanta erano più di 10 casi per 100mila abitanti, mentre oggi siamo a meno di 1 caso per 100mila dal 2010 per l’epatite B e dal 2000 per l’epatite C. Quest’anno i casi di Epatite B al 22 novembre sono stati 178, con più casi in Toscana e Lombardia e soprattutto tra gli uomini con età compresa tra i 35 e i 54 anni.

Molti sono i casi di soggetti a rischio (tossicodipendenti o conviventi con persone portatrici del virus, 16%), di infezioni trasmesse per via sessuale (28%) o in ospedale (12%), ma ci sono anche molti, troppi casi di epatite C contratta per trattamenti di bellezza. Ben il 25 per cento.

Se ci pensate non è assolutamente poco. E i casi di Epatite C, che nel 2017 sono stati 47, con il maggior numero in Lombardia, Emilia Romagna e in Toscana, sempre con maggiore frequenza tra gli uomini, sono stati provocati nella maggior parte dei casi dalla tossicodipendenza (31,8%), ma sono aumentati altri tipi di infezione, come i trattamenti di bellezza (34%), rapporti sessuali a rischio (31%) e l’esposizione in ospedale (30%).

Facciamo sempre molta attenzione!