3 locali da vedere assolutamente a Milano

Le novità del mondo del ristoro nella capitale dell'Expo 2015

Dove andare a Milano stasera?
Ecco tre proposte per un caffè, un aperitivo e una cena speciali.

Nespresso flagship store, Piazza Liberty, 8

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Nespresso flagship store. Photo: designboom

Nel cuore di Milano, Nespresso inaugura il primo flagship store in Italia.
Il mondo del caffè e del colore in tre piani di boutique dedicata al mondo delle capsule e agli accessori per le macchine del caffè. Il flagship store occupa una superficie di 900 metri quadrati ed è stato rinnovato in soli 3 mesi, con un’attenta cura ai dettagli e con la massima attenzione al design dello spazio e dell’arredamento.

Nell’area degustazione i clienti possono assaggiare le diverse qualità delle famose capsule con la guida di esperti che li seguiranno nelle scelte più appropriate, nell’area Pick-up si ritirano gli ordini fatti on-line e infine nell’area Riciclo si raccolgono le cialde per poi smaltirle in modo sostenibile.

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Nespresso firmato Parisotto + Formenton

Il flagship store è stato realizzato dallo studio Parisotto + Formenton, progettista di molti dei negozi al dettaglio, boutique e caffetterie del brand Nespresso nel mondo. L’atmosfera è profumata di caffè. L’essenza del buongiorno per eccellenza viene rilasciata nell’aria per risvegliare i sensi in ogni ambiente dello store.

Bar Luce, Largo Isarco, 2

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Bar Luce per la nuova Fondazione Prada a Milano. Photo: Attilio Maranzano

La nuova Fondazione Prada nasce su una fabbrica di distillati, in zona Ripamonti. Uno dei suoi spazi più suggestivi è indubbiamente il Bar Luce firmato da un designer d’eccezione, il regista americano Wes Anderson.
Il locale ricrea l’atmosfera di un tipico caffè della vecchia Milano sia nell’arredamento che nella selezione dei liquori offerti, molti dei quali sono difficilmente reperibili nella grande distribuzione.
L’edificio presenta una serie di strutture in acciaio a vista sulle pareti portanti per il rinforzo strutturale del soffitto a volta che riproduce in miniatura la copertura della Galleria Vittorio Emanuele, uno dei luoghi-simbolo di Milano.

Un colonna sonora meravigliosamente nostalgica, un flipper alla Steve Zissou, i juke box, i mobili di formica, il pavimento in graniglia, i pannelli di legno impiallacciato delle pareti e i cromatismi pastello, rimandano immediatamente alla cultura popolare e alla fascinosa estetica degli anni 50 e 60. Innamorato di quell’Italia lontana, Anderson aveva già girato Castello Cavalcanti (2013), un pazzesco cortometraggio di 8 minuti, realizzato sempre in collaborazione con Prada.

Oggi per il Bar Luce si è lasciato attrarre anche dal Neorealismo italiano e dai capolavori “Miracolo a Milano” (1951) di Vittorio De Sica e “Rocco e i suoi fratelli” (1960) di Luchino Visconti, ambientati a Milano entrambi.

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Bar luce. Photo: maitesebastia, squadinkstudio. Instagram

“Non c’è una prospettiva ideale per questo spazio. Dal momento che è stato pensato per essere ‘vissuto’, dovrebbe avere molti posti comodi dove sedersi per conversare, leggere, mangiare, bere… Credo che sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici”.

Questo racconta Anderson, il padre di quei bellissimi film a quadri simmetrici che sono già parte della storia del cinema contemporaneo più fashion.

Carlo e Camilla, Via Giuseppe Meda, 24

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Carlo e Camilla, eleganza in fabbrica. Foto: Nathalie Krag

“Carlo e Camilla” nasce dall’incontro tra tre menti creative, i tre soci del locale : Carlo Cracco, per la cucina, Tanja Solci, art director e Nicola Fanti, ristoratore. Siamo in una una vecchia segheria che ha mantenuto la sua fisicità originale nei muri, nel pavimento e nella presenza di alcuni strumenti di lavoro.

Il recupero architettonico, il più conservativo possibile, ha reso la fabbrica uno scenario perfetto per vivere l’esperienza culinaria come un evento unico. Carlo e Camilla è un luogo di incontro, dove poter mangiare e bere, ma anche per creare manifestazioni ed eventi culturali, di moda, di design ed eventi privati.
L’allestimento prevede un unico grande tavolo centrale che può ospitare fino a 65 persone, più alcuni tavoli più piccoli in zone private del locale.

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L’esperienza culinaria di Carlo Gracco. Foto: Nathalie Krag

A contrasto con l’ambiente industriale, sono stati montati lampadari e lustri d’epoca che di sera illuminano la scena in modo elegante e drammatico, con giochi di luce e ombra proiettati sui tavoli. Il menu proposto reinterpreta le ricette della tradizione italiana con un tocco contemporaneo, vissuto e apprezzato in un’atmosfera d’incanto.