Cultura Commestibile: cibo per la mente

Ovvero come fare attivismo culturale attraverso le armi stesse del consumismo

Citazioni caustiche, parole dure da masticare, difficili da digerire: riempiono fino alla nausea e lasciano fame di coscienza. Indigeste perché non esauribili, spesso popolari, ma mai consumabili.
Se ingerite restano sullo stomaco, bruciano nel cuore e aprono la mente.
Rimettono in circolo le grandi domande.

L’idea di Cultura Commestibile, “Aforismi d’autore per alimentare il pensiero”, nasce davanti ad un piatto di pasta e una libreria. Tre i giovani ragazzi coinvolti: Simone, Emanuele e Fabio, tutti e tre di Viterbo e tutti e tre professionisti nel campo della comunicazione e del design desiderosi di far diventare i propri personali punti di riferimento culturale delle riscoperte icone Pop.

Nascono così una serie di prodotti il cui obiettivo è consentirne una più facile ed accessibile conoscenza anche a chi non ha avuto ancora modo di cimentarsi con quelli che sono dal gruppo considerati testi ed autori fondamentali per la costruzione della base culturale, anima e personalità di ognuno. Al tempo stesso in questo nuovo format questa diventa Cultura Commestibile anche per coloro che quegli autori già li conoscono, li amano e li hanno divorati potendoli manifestamente utilizzare come vessilli di una riscoperta culturale in chiave moderna.

Dalla profonda conoscenza e consapevolezza di un sistema economico fondato sul consumo di massa, Cultura Commestibile coniuga la volontà di fare attivismo culturale attraverso le armi stesse del consumismo. Autori ed opere spesso ostici diventano di più facile accesso, acquistabili e digeribili. Commestibili.

La prima linea di T-Shirt Cultura Commestibile è stata creata con l’idea della provocazione in testa. La scelta di artisti considerati come “maledetti” in un’ottica storico-culturale più ampia è stata quindi naturale, nonostante il processo di selezione che pare essere stato “duro e doloroso”. Travalicando i confini storici dei principali “poètes maudits” descritti da Verlaine nella sua opera più famosa, il “maledetto” è oggi quell’artista incompreso, che rigetta i valori della società conducendo uno stile di vita provocatorio, asociale e autodistruttivo che lo porta sovente a lasciare la vita terrena prima che al suo genio venga riconosciuto il giusto valore.

Con la linea “Les Maudits” ci si potrà cibare della forza poetica di Vladimir Majakovskij, Dino Campana, Charles Baudelaire e Sylvia Plath, la trabordante prosa di Fedor Dostoevskij e Louis-Ferdinand Cèline, il provocatorio pensiero filosofico esistenzialista di Friedrich Nietzsche o della controversa figura di Kiki de Montparnasse.

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