I caffè letterali nel mondo, storie di arte e di pasteggi alcolici

Luoghi di grandi artisti dove nascevano nuove culture

 

“Il caffè era solo un modo per rubare del tempo che sarebbe appartenuto di diritto al te stesso leggermente più vecchio”. Terry Pratchett
Spesso alcuni locali sono benedetti da qualche energia superiore e diventano luoghi di enorme forza centripeta.
Nel 19° secolo la cultura si muoveva in luoghi pubblici e il confronto diretto creava arte in atmosfere dense di fumo e alcool.
La notorietà dei caffè “letterali” non deriva tanto dalla bellezza estetica del bar stesso, quanto dalla preferenza accordata a questo da famosi scrittori, giornalisti e pittori.

Oggi questi luoghi mitici, calderoni ardenti di storie e cultura, sono diventati dei veri e propri “musei” per molti viaggiatori e amanti di letteratura.
I turisti affollano questi vecchi bar centenari per avere la possibilità di sedersi dove Kerouac sedeva o bere ciò che beveva Dylan. E il fascino è specialmente alimentato dallo scricchiolio delle sedie, dalle pareti in legno assorbenti di fumo e alcol e dagli scaffali polverosi di storie.

Non solo per feticisti:

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The White Horse Tavern, Greenwich Village. Credit: Alamy

White Horse Tavern, New York.
A Manhattan è stato il locale bohémien di scrittori e artisti del 19° secolo. Un incubatore di Beat Generation. Hunter S. Thompson, Allen Ginsberg, Norman Mailer, Jim Morrison, Bob Dylan hanno bevuto qui. Jack Kerouac è stato cacciato più di una volta. Indimenticabile Dylan Thomas che in una delle sue notti a New York, nell’inverno del 1953, ha bevuto fino alle 4 del mattino, un record di 18 whisky. E poi è morto.

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Harry’s New York Bar. Paris

Harry’s New York Bar, Parigi.
Nel 1911, un fantino americano, scappato via dalla sua terra di proibizionismo alcolico, insieme a un barman scozzese fondano il mitico locale parigino. Qui sono stati inventati tra i più celebri cocktail del mondo, come il Bloody Mary, Blue Lagoon, White Lady.  Tra i clienti affezionati,  Sinclair Lewis ed Ernest Hemingway. 

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Davy Byrnes, Dublin

Davy Byrnes, Dublino.
James Joyce ha scritto alcune pagine dell’Ulisse seduto in questo locale. Nel romanzo, Leopold Bloom si ferma qui per un panino al gorgonzola e un bicchiere di bordeaux, mentre passeggia a Dublino. Il pub è un di un luogo di pellegrinaggio popolare di vino, birra e cultura. E’ citato anche nella raccolta di racconti Green Rushes di Maurice Walsh.

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The Eagle and Child, Oxford. Credit: Kristi Fuoco

 The Eagle and Child, Oxford.
Qui si pasteggia con linguaggi della terra di mezzo. Alla fine degli anni 30, un gruppo ben assortito di scrittori si incontrava per tradizione a pranzo di lunedì o di martedì in una sala privata sul retro del pub, la Rabbit Room. E J.R.R. Tolkien discuteva così dei suoi Hobbit con C.S. Lewis.

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The Elephant House Cafe, Edinburgh

The Elephant House, Edimburgo.
Qui, J. K. Rowling ha iniziato a scrivere il primo libro di Harry Potter. La notizia è celebrata da un’indicazione sulla vetrata del caffè stesso: “Birthplace of Harry Potter”. L’atmosfera che si respira è quella degli anni ’90: comodi divani, pareti colorate, pannelli in legno scuro, jazz e grandi caffè per indugiare in ore piacevoli. Un locale molto più “giovane”, dunque, ma altrettanto degno di nota.

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Long Bar at Raffles Hotel, Singapore.
Il Raffles è uno dei leggendari alberghi di lusso del XIX secolo. Atmosfera coloniale del secolo scorso in questo verde isolotto pieno di fascino che contiene il celebre Long Bar. Qui si usa buttare le bucce delle noccioline a terra sorseggiando il famoso Singapore Sling, il cocktail della casa. E Joseph Conrad e Rudyard Kipling ne hanno approfittato compiaciuti.

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Gran Caffè Gambrinus, Napoli. Credit: Michele Sergio

Il Caffè Gambrinus a Napoli rientra fra i primi dieci Caffè d’Italia e fa parte dell’Associazione Locali Storici d’Italia.
Arredato in stile liberty, conserva al suo interno stucchi, statue e quadri della fine dell’Ottocento realizzate da artisti napoletani. Tra queste vi sono anche opere di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti. Dalla Belle Époque in poi, qui sono passati un’infinità di artisti e personaggi illustri. Qualche nome: Benedetto Croce, Matilde Serao, Eduardo Scarpetta, Totò e i De Filippo, Ernest Hemingway, Oscar Wilde e Jean Paul Sartre per un caffè sospeso

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Gran Caffè Quadri, Venezia

Gran Caffè Quadri, Venezia.
Dal 1775, in piazza San Marco, lo storico Caffè racchiude in sé il ricordo dei secoli vissuti tra il crepuscolo della Repubblica della Serenissima, la nascita dell’età moderna e i segreti dei personaggi che hanno seduto nelle sue sale. Dopo StendhalLord Byron, Alexandre Dumas, Wagner,Marcel Proust, ancora oggi il Gran Caffè Quadri è la meta preferita di attori e registi che frequentano la Mostra del Cinema di Venezia. Immancabile anche Woody Allen.