Sotto il casco con Alice Pasquini

Alice Pasquini è una visual artist a tutto tondo: illustratrice, pittrice, scenografa e, soprattutto, artista di strada

Classe 1980, residente a Roma, Alice Pasquini è una visual artist a tutto tondo: illustratrice, pittrice, scenografa, ma soprattutto artista di strada. Nei suoi disegni ritrae con vivacità di colori e un tratto inconfondibile personaggi comuni, soprattutto donne, talvolta bambini, le loro relazioni e i loro sentimenti. In questa intervista ci racconta il suo rapporto con la street art.

Non hai un nick, il che nel tuo settore è alquanto strano. Qual è il tuo tag?

Ho deciso di firmare con il mio vero nome, allo stesso modo in cui ho deciso di dipingere durante il giorno o presentarmi a volto scoperto. Considero ciò che dipingo più vicino all’arte che al vandalismo e trovo stupida una società che spende tempo ed energia nella lotta ai graffiti. Mi prendo i miei rischi fa parte del gioco e della ‘rivoluzione’.
Aerosol art, graffitismo, street art, ecc.

Sono molti i termini che si utilizzano per definire il tuo settore. Tu come lo chiami?



Mi piace Arte Contestuale. Forse non si è veramente trovata una definizione appropriata per questo movimento. Abbiamo ancora bisogno di una vera teoria che consideri tutti gli elementi che hanno permesso la trasformazione e l’esplosione (come internet ad esempio). Per me l’arte in strada dovrebbe essere sempre illegale, contestuale, e figlia del suo tempo.

Come ti sei avvicinata a questo mondo prettamente maschile? (e anche, diciamolo, un po’ maschilista?)
Sono cresciuta negli anni ’90 con la cultura hip hop e la mia eroina dei fumetti si chiamava Sprayliz (disegnata da Luca Enoch), una ragazza che faceva incredibili graffiti politici nella notte. Più tardi mi sogno avvicinata al mondo della street art inizialmente attraverso i poster portando i miei “comics” nelle strade: bambine impertinenti, donne forti, curiose, indipendenti, il contrario dei cliché che ci propone la società e la noiosa visione prettamente sessuale usata anche da un certo mondo dei graffiti.

La graffiti art è per definizione estemporanea?

Nel mio caso sì. Considero questa la parte magica dell’azione creativa. In strada sono influenzata da molteplici cose: la luce e i colori dell’ambiente circostante (ed è anche per questo che dipingo di giorno), la gente che passa e reagisce, la superficie vulnerabile dell’opera e la spontaneità assoluta del segno (dovuta alla necessaria rapidità dell’azione).

In Italia non c’è nessuna Berlino, una città il cui paesaggio è decisamente arricchito dai graffiti di artisti di tutto il mondo. Tu hai un luogo o una città “preferita” dove graffitare?
Roma a San Lorenzo e a Parigi a Vitry sur seine.
Ma all’assemblaggio di graffiti preferisco singole opere nei posti giusti.
Il luogo dove dipingere è sempre quello incontrato nel mio percorso urbano, è il modo di attraversare una metropoli (come lasciare briciole sul percorso) Non importa se in centro o in periferia. Il tracciato dei miei disegni è la mia mappa personale della città.

Molti sono disturbati dal vedere i muri “imbrattati” di certi palazzi “di pregio”. Credi che ci dovrebbe essere un’etica del writer, non so, ad esempio rispetto alla selezione delle superfici da utilizzare? Tu ne hai una tua?

Anche io sono disturbata. Il problema come sempre è la mancanza di cultura in generale. Questo vale per i writers quanto per chi scrive “Forza Roma” o “Laura ti amo” sulle mura aureliane.

Anche in questo caso, esiste, almeno in teoria, una “deontologia” del writer che impedisce che certi murales vengano cancellati?

Non vedo come ci possa essere una regola in questo senso. Io non sono troppo interessata alla conservazione: l’arte in strada è effimera, soggetta al tempo, alla natura, all’intervento dei passanti o delle amministrazioni. Nella mia opinione l’arte in strada è libera espressione, e ciò che importa è che l’artista sia in grado di dipingere ciò che vuole, quando vuole e dove vuole.

La tua street artist preferita?

Ammiro Swoon perché mi emoziona. Inoltre trovo la sua arte femminile ma allo stesso tempo universale.

… E il tuo street artist preferito?

C215, il mio compagno. Condividiamo la stessa visione del mondo e dell’arte.

E per finire, ci vuoi raccontare un’esperienza particolare di street che hai vissuto?

Per strada ti ritrovi spesso in situazioni esilaranti e sono moltissimi gli episodi incredibili con la polizia o i cittadini. Tuttavia l’esperienza migliore è incontrare sulla strada il proprio amore e seguirlo.