Out of Print: mandiamo in stampa le distorsioni dei media digitali

Il progetto di Roma Levin è un'occasione per riflettere sul rumore creato dal flusso di informazioni che nell'era digitale spesso non riusciamo a governare

L’invenzione della stampa è l’esempio più classico di come un’innovazione tecnologica può cambiare il modo in cui comunichiamo. Oggi, ancora una volta, le nuove tecnologie – in questo caso digitali – stanno modificando in modo repentino e irreversibile il nostro stile di vita e in particolare il modo in cui quotidianamente assorbiamo informazioni.

Con l’avvento dei media digitali ci troviamo immersi in un mare di dati (ricordate “Information Leak” di Richard Evans?) e ci troviamo a un punto di quasi saturazione. Paradossalmente, nel tentativo di assorbire di più, finiamo per capire di meno.

Come si fa a non perdersi? Si interroga intorno a questo tema il progetto “Out of Print” del designer Roma Levin, presentato per la prima volta al London Design Festival di quest’anno. Con un mashup di notizie reali da una selezione di fonti online un’applicazione genera titoli apparentemente casuali, simulando il nostro grado di comprensione-incomprensione delle informazioni di cui siamo costantemente bombardati: si creano così distorsioni e sovrapposizioni linguistiche che ricordano da vicino il nostro rapporto con i media digitali.

Come a fermare il tempo, i titoli così creati, inviati all’account Twitter @outofprintevent, possono essere stampati con una stampante a caratteri mobili e acquistati dai visitatori o lasciati a comporre la mostra. Il che è anche un concept simpatico da cui prendere spunto ;)