Festa della donna: 5 clichè da rinnovare

Ogni anno con l'arrivo dell'8 marzo sento spirare un vento di naftalina...È arrivato anche lì?

Una scena da Magic Mike - foto Movieplayer.it
Una scena da Magic Mike – foto Movieplayer.it

La Festa della donna è un anticipo di primavera, l’8 marzo non solo celebra la Giornata Internazionale della donna ma fa intravedere la fine dell’inverno, climatico o metaforico che sia. Questo sarebbe un ottimo momento per trovare spunti per una rinascita femminile mentre la Festa dell’ 8 marzo si fossilizza su simboli e convenzioni ormai sorpassati, come vestiti nell’armadio per il cambio di stagione.
Prima di dirvi quali sono i clichè e gli stereotipi associati alla Festa della Donna che trovo fastidiosi come dolori mestruali, sappiate che sono stata colpevole di ciascuno di questi 5 clichè e proprio per quello adesso vi pontifico sopra con voglia di cambiamento.
Pronte ad aprire le finestre l’8 marzo e far sparire l’aroma di naftalina?

La mimosa

Vi siete accorti che i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno anticipato i tempi di fioritura della mimosa? Già ad inizio febbraio si vedono alberi fioriti nelle nostre città, perchè forzare l’orologio della natura per ragioni di marketing e proporre la mimosa per l’8 marzo?
La mimosa è un paradigma dell’arretratezza culturale che persiste ancora nel valutare le donne: non si vuole riconoscere i progressi della presenza femminile nel mondo del lavoro, società e politica così come ci si ostina a mantenere un simbolo ormai sorpassato come la mimosa.

Operaie di una camiceria di New York in sciopero (1909) foto Wikipedia.com
Operaie di una camiceria di New York in sciopero (1909) foto Wikipedia.com

Da sostituire con:un mazzo di ranuncoli freschi, decisamente più moderni e di stagione.

Lo streap tease maschile

Basta con scene di isteria femminile collettiva di fronte a un paio di chiappe o di pettorali depilati ed unti come un carburatore, basta fare a gara nello strusciarsi ad un poveraccio che sta lavorando e che spera solo di arrivare a fine serata con il perizoma di lurex ancora addosso.
La becera tradizione della Festa della Donna con la serata di streap tease maschile dovrà pur finire per smentire che non si esce vivi dagli anni ’80.

Una scena da We want sex - foto Movieplayer.it
Una scena da We want sex – foto Movieplayer.it

Da sostituire con: La visione collettiva con le amiche di We want sex, film sulla battaglia delle operaie della Ford nell’Essex degli anni ’60, per l’equità salariale e pari diritti ai lavoratori uomini.
O se proprio non resistete a buttarla in caciara procuratevi una copia di Magic Mike XXL.

Le locandine personalizzate con Rosie la rivettatrice

Adoro Rosie la rivettatrice, usata come simbolo della forza delle donne nell’andare a lavorare in fabbrica durante la seconda Guerra Mondiale. Adoro il suo bicipite e lo sguardo fiero ma proprio per quello chiedo la sua immediata protezione e messa in sicurezza, come un panda a rischio di estinzione, di fronte ad ogni possibile manipolazione per locandine della Festa della donna.

Da sostituire con: un immagine più contemporanea ed originale della donna (che pretendete, non sono mica una grafica!?)

Il branco fuori controllo

Io dico no all’uscita di gruppo nella Festa della donna: nei ristoranti e pizzerie d’Italia l’8 marzo si vedono tavolate rumorose, fastidiose e fuori controllo di donne e ragazze che sembrano animali fuggiti dallo zoo, ebbre di libertà incontrollata, capaci di palpeggiare il cameriere mentre il malcapitato con le mani occupate per difendersi serve al branco famelico due prosciutto e funghi, una marinara ed un doppio calzone.

Da sostituire con: un’equilibrata vita sociale, ritagliandosi i propri spazi dal partner e famiglia senza uscire solo alle feste comandate quando aprono le gabbie.

Le battute sessiste al lavoro

Uomini, quelli di voi che l’8 marzo fanno battute sessiste alle colleghe sul posto di lavoro sul fatto di essere donna ed essere festeggiata, sul fatto che quel giorno la donna debba essere trattata con maggior rispetto vi meritate di incontrare il branco incontrollato ogni volta che mettete piede in pizzeria.

Da sostituire con: un sincero apprezzamento della collega che come minimo si fa il mazzo più di te per avere meno rispetto.

Che ne pensate di queste convenzioni associate alla Festa della donna e le celebrazioni dell’8 marzo? Vi siete stancate o vi ci riconoscete?