Papà sente che nella figlia c’è qualcosa che non va: legge il suo iPad e si sente mancare

Ecco cosa ha scoperto.

Invadere la privacy degli altri non è mai bello, ma il papà protagonista di questa storia ha scoperto che ne valeva assolutamente la pena: quando i nostri figli sono adolescenti cambiano e sembrano voler sfuggire da noi.

I genitori sentono che devono rispettare la privacy, ma a volte una piccola invasione nella loro vita può salvarli dal baratro.

Scott Jenkins è il papà di due figlie: un giorno l’uomo notò che la figlia Haylee si stava allontano da lui. “Stava diventando misteriosa”. Questo potrebbe non essere un comportamento strano in adolescenza, ma era il segnale di qualcosa di brutto che stava accadendo nella vita della figlia.

Scott monitorava costantemente l’attività online delle figlie, spesso due volte a settimana ma trovava di frequente delle discrepanze, come il tempo trascorso in chat o immagini cancellate. Intuiva che qualcosa non andava.

Una notte Scott ebbe una brutta sensazione e decise di controllare l’iPad della figlia. Ciò che trovò fu scioccante, straziante, nauseante. Haylee chattava con Bruce, un ragazzo di 15 anni, che ha portato la ragazza a conoscere altre persone online. Lei pensava di parlare con suoi coetanei, ma non era così.

Mentre controllava l’iPad si imbatte in uno scatto hot, così si è messo a controllare tutto quanto. E ha salvato la vita della figlia.

Esaminando i profili di quelli che lei considerava dei ragazzi, scoprì che in realtà erano uomini adulti. Scott si rivolse subito alla polizia, dando loro accesso a tutti i dispositivi della famiglia. Dopo una breve indagine, i genitori vennero subito convocati in caserma.

 

Scoprirono che Bruce faceva parte di un elaborato sistema di traffico di esseri umani: “Inconsapevolmente stava attirando giovani ragazze nella sua cerchia, come preda per questi uomini. La cerchia di amici di Bruce toccava ogni paese del mondo con più di 2000 seguaci che cercavano adolescenti inconsapevoli di chiacchierare con loro. Con i nostri figli”.

Una storia allarmante che ci spiega che i ragazzi non dovrebbero mai essere lasciati soli in rete!