Perché baciarsi a Capodanno sotto il vischio porta fortuna?

Da dove deriva questa tradizione di buon auspicio?

Per una persona che odia essere baciata, soprattutto da persone che non si conosce e che elargiscono baci di circostanza, Capodanno è una festività nefasta. Scatta la mezzanotte e tutti che cercano di scambiarsi baci sotto il vischio. Anni di pratica mi hanno permesso di divincolarmi agilmente da tali situazioni, però la curiosità rimane: da dove deriva la tradizione di baciarsi sotto il vischio a Capodanno? Tutta colpa dei Celti: per loro indicava un atto di ringraziamento, poi col passare del tempo è diventato un gesto portafortuna.

Secondo i Celti, infatti, il vischio era una specie di emanazione vivente degli dei, quindi un simbolo di fortuna e felicità, soprattutto nell’ambito dell’amore. Questo perché cresce su altre piante, non ha radici e il fatto di non stare né in cielo né in terra per i Celti indicava uno status divino. Oltre al fatto che usato correttamente ha proprietà medicinali, ma se usato male ha proprietà velenose.

Le classiche bacche bianche del vischio

Le classiche bacche bianche del vischio

Ma non solo i celti veneravano il vischio. Passiamo alla mitologia norrena. Odino, Thor, Loki, costoro per capirci. Qui incontriamo Baldur, figlio di Odino e Frigg (in alcune versioni estremamente fantasiose al posto di Frigg si trova Freyia, ma è Frigg la madre di Baldur). A causa di alcune visioni di morte relative alla prossima dipartita di Baldur, Frigg fa compiere un giuramento a tutto ciò che esisteva al mondo, piante, animali, pietre, elementi, in modo da non fare del male al figlio. Solo che non pretese il giuramento dal vischio, pianta troppo giovane secondo lei per recare danno.

Gli altri dei cominciano così un gioco divertente: lanciano ogni genere di oggetto su Baldur, convinti che nulla possa mai ferirlo. Loki, però, il dio dell’inganno, con uno stratagemma ruba a Frigg il segreto dell’invulnerabilità di Baldur e convince il dio cieco Hoor a lanciare il vischio contro Baldur. Cosa che puntualmente succede e il vischio uccide Baldur. Frigg pianse sul vischio ed ecco che da lì derivarono le sue classiche bacche bianche. La mitologia norrena è piuttosto cruda a questo punto, ma la versione romanzata della leggenda del vischio narra che quelle bacche riportarono in vita Baldur e da quel giorno Frigg prese l’abitudine di baciare tutti quelli che passavano sotto la pianta per ringraziarli.

In realtà Baldur non tornò in vita nella mitologia norrena e questo perché la regina degli Inferi avrebbe concesso a Baldur di tornare in vita solo se tutti nel mondo avessero pianto la sua morte. Ma Loki, sotto le mentite spoglie di una gigantessa, si rifiutò di piangere e Baldur rimase nell’aldilà.

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Esiste poi una versione cristiana che rimaneggia chiaramente versioni più antiche: un mercante, avido e senza scrupoli, segue i pastori e i fedeli che stanno andando a rendere omaggio alla nascita di Gesù Bambino. Giunto qui, il mercante capisce tutto il male che ha fatto e piange sulla mangiatoia. Dalle sue lacrime sarebbe spuntato il vischio.

Comunque sia, se vogliamo credere alla più romantica forma romanzata della leggenda, da qui nacque in parte l’abitudine di baciarsi a Capodanno sotto il vischio per augurare all’altra persona fortuna, amore e felicità.

Foto: Flickr