Attività extrascolastiche: piccoli stacanovisti crescono

Constatazioni e attendibilissimi studi scientifici si mescolano per capire se riempire i pomeriggi di nostro figlio sia producente o tutto il contrario

(sottofondo musicale:”Brown eyed girl” Van Morrison)

Ecco. È successo questo. Che praticamente nel giro di venti minuti di corsa ho dovuto chiamare due mamme, una rappresentante di classe e l’altra la mia migliore amica, che potessero coordinare l’uscita della mia scimmietta da scuola, visto che io in questo periodo sono bella allegrotta nell’affrontare quattro lavori in contemporanea e un iPad che aveva deciso di non funzionare, indi per cui il mio tempo a disposizione tra un cartoccio professionale e l’altro era veramente esiguo, provocando una valanga di ritardi e il mio definitivo abbandono al “ok sì, ma fra mezz’ora che ora non posso”.
Quindi fotocopia del documento, quindi delega, quindi whatsappata di coordinazione, quindi vai su una ruota in giro per Roma per tornare splendente circa per le sei e rimettersi il mascherone perfetto da mamma, yoh.
Tutto questo non perché io sia una persona scoordinata. Eh no, cacchio! È tutta l’estate che calendarizzo il mio prossimo semestre. No, infatti non è colpa mia, la mamma che si dimentica il figlio proprio non mi compete (anche perché, ma chi si dimenticherebbe una figlia di sei anni di 135 centimetri per trenta chili), l’assurdo nasce dal fatto che la palestra della scuola ha ben deciso di autoproclamarsi inagibile da ora.

(Piccolo sfogo: ma come fate a non vedere che una palestra di una scuola non è agibile? Ma perché con un gelato in mano, o una birretta fresca, o con quello che vi pare, non vi fate un giretto nelle scuole che ne so, a fine giugno, vedete i danni e mannaggia alla carbonara sciapa, non riparate tutto PRIMA che i nostri figli inizino la scuola?!?!!? Ma che ci vuole? Una laurea? Un diploma? Un foglio con scritto “persone volenterose”?)

E poiché proprio in quella palestra mia figlia sarebbe dovuta stare fino alle sei, ecco qua un patatrac che manco ve lo spiego (ah, no ve l’ho appena spiegato. Ok, scusatemi).
In quella palestra c’era un concentrato di orgoglio:

in contemporanea, mentre Margherita svolgeva attività fisica extra, e sempre in contemporanea si divertiva con le sue amichette, io dall’altra parte del mondo svolgevo i miei affari di donna precaria, poi sarei tornata a riprenderla e insieme felici e contente della nostra giornata saremmo andate a casuccia.
È proprio questo mi ha fatto riflettere.

Perché alla notizia della morte di sta dannata palestra, la mia prima reazione non è stata: “uh, mia figlia non farà la sua lezioncina di psicomotricità” ma “Oh ca**o, e adesso ma come faccio? A chi la mollo? Io ho da fare!”

Ergo. Ma che tipo di relazione noi genitori abbiamo con le attività pomeridiane dei nostri figli?
Perché le svolgono? Qual è il criterio con le quali le decidiamo?
E ho aperto gli occhi. E naturalmente un po’ ho chiesto, e ho scoperto che se fosse per i ragazzini questi stessi non ne farebbero manco una! O quasi, ovvio.
Ma allora è tutta una trasposizione nostra!

Dal mio studio scientifico gemellato con l’università dei Puffi ho capito che le motivazioni per far fare attività extrascolastiche ai nostri figli possono essere esemplificate in queste frasi qui sotto, sempre scientificamente riportate:

1) “Almeno d’inverno non si appicicano davanti alla televisione”

2) “Con la metà della metà dei soldi che spenderei per una babysitter, la tengo altre due ora a scuola e io sono libera”

3) “Perché IO da piccola ho sempre desiderato farlo”

4) “Perché me l’ha detto il pediatra”

5) “Perché si deve abituare. Da grande deve sapere l’inglese, suonare uno strumento, fare attività fisica, altrimenti per osmosi non sarà nessuno”

6) “Perché lo fa il suo compagnuccio di scuola”

Non lo so. È come se una folata di vento ci avesse tolto il lume della ragione. Pochi, pochissimi genitori mi hanno risposto “perché piace a mio figlio”, talmente pochi che sulla mia scientificissima lista non coprivano la percentuale minima. Cosa ancora più grave è che la sottoscritta non era tra quelli!

Ma allora queste attività, sotto sotto, ma in fondo in fondo, perché gliele facciamo fare? Qual è la furia scatenante per cui nostro figlio fa judo invece di calcio? Perché lo vuole lui oppure perché ci fa genitori radial chic/sinistroidi/fuori dagli schemi?

Oppure perché tutte le ragazzine fanno danza? Sono 34 generazioni che le donne non appena rimangono incinte dicono “oddio, se viene femmina le compro subito il tutù!”

Che dicono i marmocchi? Avete mai provato a chiedere a loro un parere?
No, perché io e mia figlia abbiamo dialogato in merito, su una panchina verde sotto un albero; lei mangiava il suo gelato alla stracciatella direttamente del braccio e mi guardava:

– “Mina, ma a te dispiace che la palestra sia chiusa? Che non si sa quando riaprirà? Che non potrai più fare la tua bella ginnastica?”

-“Oddio mamma, no! A me basta ridere e giocare con le mie amiche, poi dove lo faccio non fa niente”.

Le iscrizioni per il club “genitorichenoncicapiscononulla” è ufficialmente aperto da ora. Io presidente.