Dal senso della vita alla morte: 6 domane indiscrete che mia figlia mi ha fatto sotto l’ombrellone

Perché quando la serenità chiama, mia figlia non risponde proprio

Quando sei una mamma single sono cavoli amari.

Ma non per la fatica di gestire un figlio da sola (che poi io da sola non sono, ricordiamoci che Mina ha un’altra figura di riferimento che si chiama padre), quanto per il rapporto quasi simbiotico che crei con il nano e le relative conseguenze.

Questa primavera infatti, per ragioni che non sto qui a spiegare, io e mia figlia ci siamo trovate a vivere a strettissimo contatto; una cosa strana sia per me, donna dal senso materno part time, sia per mia figlia stessa, baby gitana serena nella propria vita.

Le nostre vite sono cambiate, siamo cresciute entrambe perché entrambe per la prima volta abbiamo fatto affidamento l’una all’altra, quasi come in una squadra. Dal prepararmi la colazione al rassicurarmi in un momento molto buio, mia figlia è riuscita a diventare grande da sola. E forse per questo che ha ben pensato di cominciare anche a ragionare come una tipa grande e a regalarmi proprio quelle domande da cui ho sempre cercato di scappare.

Sono infatti dieci giorni circa che, non appena varchiamo l’ingresso di una piscina o di uno stabilimento, mettiamo crema solare e ci accingiamo ad affrontare una noiosissima giornata riposante, lei mi parte con domande sul senso della vita e bla bla bla.

A maggio mi aveva accennato una curiosità più orientata sulle tipologie di genere che aveva incrociato nella vita tipo “mamma, perché zio X bacia il suo amico?”, e lì mi era sembrato si essere abbastanza pronta.
Ma di lì a poco ha cominciato prima a stare in fissa per la morte causata dalla passione amorosa (non fate mai vedere la Tosca a un bambino al di sotto dei 15 anni, consiglio) per poi passare alle vere e proprie domande di genere universale.

Ve le pongo qui con relativa risposta. Magari mi date un consiglio, perché credo di averle sbagliate tutte.

Domanda numero uno: Mamma, che cosa è la Vera Felicità?

Risposta numero uno:
Amore di mamma, credo che la vera felicità sia la libertà di poter essere quello che si vuole. Bisogna faticare per raggiungere la felicità a pieno e probabilmente amore mio non ci arriverai mai, ma già vivere con la voglia di crearsi attorno questa sensazione sarà molto bello e importante. Comincia a fare al meglio tutto quello che puoi, forse sarà lei a trovare te.

Domanda numero due: Mamma, ma allora essere infelici è veramente brutto? Tipo come stai tu ora?

Risposta numero due:(dopo l’ultima frase è stato abbastanza d’obbligo pensare “ma che cacchio, mi ha beccata”, poi ho respirato e via con le parole). Amore di mamma, anche l’infelicità è un’emozione importante; senza di essa non potresti notare la differenza di quando sei piena e felice! Potrai imparare molto dalle tue tristezze, e capire come fare per non tornare a risentirti così, come in effetti si sente mamma in questo periodo.

Domanda numero tre: Quindi per essere felici bisogna avere un sogno e realizzarlo? Ma si realizza soltanto col pensiero oppure lo devo far diventare reale e come si fa?

Risposta numero tre:
Amore di mamma, è ovvio che la realizzazione dei tuoi desideri sia fondamentale per il raggiungimento di una tua pienezza emotiva. Devi solo stare attenta che la tua vita da grande non sia solo proiettata su questo, altrimenti comincerai a vivere solo per te stessa e quella cosa che i grandi chiamano “ambizione”, bella per carità, ma si potrebbe trasformare in egoismo, ovvero un modo di vivere solo per te stessa senza guardare chi ti circonda.

Domanda numero quattro: Mamma, ma se è così complicato essere felici e se è così complicato essere buoni con gli altri, ma perché siamo nati? Non potevamo rimanere degli angeli? Mamma, perché esiste la vita?

Risposta numero quattro: (vi giuro che qui, anche se erano le tre e mezza di pomeriggio, ho ordinato una doppio malto per sostenere il grado di conversazione, ho bevuto metà birra di seguito e ho risposto così).
Amore di mamma, la vita esiste perché è l’avventura più bella di tutte; puoi giocare con la tua vita, sfidare il tuo fisico con tutti gli sport del mondo, alimentare la tua curiosità con tutti i libri e viaggi del mondo. Essere uomini e non solo angeli vuol dire avere la possibilità di regalarti qualcosa che in paradiso non avrai mai: una coscienza tutta tua creata negli anni solo da te.

Domanda numero cinque: ma se poi dobbiamo tornare angeli anche se la vita è bella, perché viviamo?

Risposta numero cinque:
Amore di mamma, ne possiamo riparlare quando avrai 31 anni?

Domanda numero sei: Va bene mamma, ma almeno rispondi a questo. Se viviamo e viviamo per essere felici e per realizzare i nostri sogni e le nostre curiosità e per stare attenti ai nostri amici, perché poi dopo aver fatto tutto questo dobbiamo morire? Perché tutta questa fatica se poi ritorniamo su in cielo a vedere gli altri che giocano a fare la vita?

Risposta numero sei: (ma perché invece di farmi questa domanda, porca miseria, non vai sull’altalena come tutte la altre bambine?) Amore di mamma, anche sulla morte posso dirti ben poco, perché fortunatamente ancora non ci sono passata. È un passaggio anche quello, e alcuni dicono che dopo di essa ci sarà il paradiso, altri invece affermano che ci sarà una nuova vita su questa terra! E poi pensa se non ci fosse la morte, probabilmente la vita ad un certo punto diventerebbe noiosa e troppo lunga! Ci fa capire come ogni attimo sia fondamentale, ogni persona importante. Credo che la morte ci possa aiutare a rendere migliore la vita.

– Mamma….

– (oddìo, che vuole ora?) Sì, dimmi.

– Mi compri le gomme? No, perché con tutte queste cose confuse che mi hai detto mi è venuta la gola secca.

– Cioè? Non ti bastano come spiegazioni?!

– Certo che no. Ne riparliamo quando vado in terza elementare e tu sei più grande.

Buon Ombrellone a tutte.