Emanuele Morganti: aiutiamo mamma Lucia, che la morte di suo figlio non sia vana

Oggi vogliamo parlarvi di Emanuele Morganti, ormai sarete tutte a conoscenza della sua triste e ingiusta storia. Era un ragazzo di Alatri, rimasto ucciso in una rissa, la notte del 24 marzo, all’uscita di un locale. E’ stato definito un vero e proprio massacro, un’esecuzione. Il giovane era in compagnia della sua ragazza, di suo cugino e qualche amico. Insieme, si godevano la serata, senza dare fastidio a nessuno, finché un ragazzo, ubriaco, ha deciso di prendersela con Emanuele. Una spallata, due spallate, tre spallate, cercava di attaccare briga. Alla fine i buttafuori hanno allontanato Emanuele, buttandolo fuori dal locale con una tale violenza da strappargli la maglia.

La rissa sarebbe, poi, continuata fuori. Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, sono i due fratellastri che quella sera, insieme ai loro amici, volevano dimostrare di essere i padroni di Alatri e dimostrare come mettere al proprio posto un ragazzo per bene come Emanuele. Hanno iniziato a picchiarlo senza sosta, erano un branco di animali. Pugni e calci segnavano il corpo e il viso del povero giovane che alla fine è riuscito anche ad allontanarsi.

Ma Ketty, la sua ragazza, era rimasta lì e lui non poteva permetterlo. Emanuele è tornato indietro per prendere Katty e tornare a casa. Era l’unica cosa che desiderava in quel momento ma non sapeva che quel gesto gli sarebbe costato la vita. Quando i due fratelli l’hanno visto tornare, l’hanno presa come un affronto e sono tornati alla carica, per finirlo una volta per tutte. Gli amici di Emanuele hanno raccontato di aver provato a fermarli, a difenderlo in ogni modo. Perfino i buttafuori si sarebbero messi in mezzo contro Emanuele.

 

Palmisani lo ha colpito con una chiave di ferro a forma di L, Emanuele è caduto a terra e ha sbattuto la testa, perdendo i sensi. I suoi amici raccontano che hanno cercato di salvarlo, di tirargli fuori la lingua ma il giovane respirava male e nonostante ciò venivano ancora ostacolati dal gruppo che voleva continuare a picchiarlo. Suo cugino ha chiamato i soccorsi ma è stato tutto inutile. Perfino una ragazza, la fidanzata di Paolo Palmisani, ha voluto dimostrare quanto sia “forte” la donna di un boss, andando da Emanuele e sputando sul suo corpo senza vita.

Non c’è stato più nulla da fare, su Alatri oggi c’è solo silenzio, dolore e tanta tanta rabbia. I due fratellastri si trovano in carcere ma di gente che ne deve pagare le conseguenze ce n’è molta ed è per questo che abbiamo deciso di scrivere queste righe per Emanuele. Siete mamme o future mamme, proprio come me. Dietro tutta questa storia c’è Lucia, la mamma di Emanuele, una donna con il cuore a pezzi, una mamma che piange lacrime amare e che, il giorno del funerale del suo bambino, non se l’è presa con gli assassini ma ha ringraziato Dio per avergli donato un figlio così buono e dolce.

Adesso c’è una cosa che vogliamo chiedervi. Mamma Lucia merita il nostro aiuto, noi dobbiamo fare in modo che la morte di Emanuele non sia stata inutile. Non rimaniamo indifferenti, significherebbe ucciderlo una seconda volta. Siamo stati contattati affinché sia fatta giustizia, sia chiesta una pena esemplare per i mostri che hanno tolto la vita ad Emanuele. In modo che non accada di nuovo, in modo che durante una rissa tutti si fermino a pensare alle conseguenze. Firmate questa petizione, una semplice firma per dare un piccolo contributo alle persone che stanno sostenendo mamma Lucia.

Noi vogliamo dirle che siamo al suo fianco, che comprendiamo il suo dolore e che questa ingiustizia sarà punita, noi abbiamo firmato, adesso tocca  voi. CLICCATE QUI: www.change.org

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