Ero disperata, non sapevo cosa avesse il mio bambino…

“Avevo partorito mio figlio da soli 3 mesi, ero una neo mamma, mi chiamo Sthefanie Smith. Decidemmo di chiamarlo Isaia che voleva dire “Dio è la mia salvezza,” “Dio è il mio aiuto.” Credevo che sarebbe stato facile i primi mesi del piccolo a parte la notte. Infatti ero felice di mio figlio ed i primi mesi stava bene, fino al compimento del terzo mese che iniziarono a sorgere i problemi, gli nacque un macchia rossa sulla guancia e non sapevo di cosa si trattasse, credevo che avesse sbattuto, però con il passare dei giorni la macchia cresceva sempre di più. Anzi si iniziò a spargere per tutto il corpo..

Con il passare dei giorni, tra varie creme e oli, non la smetteva di crescere anzi divenne una ferita. Andai dal pediatra e mi disse che era un eczema e di mettere la crema al cortisone, provai per due settimane, ma nulla. Non diminuiva. Non mi fidavo più del mio medico, così andai in ospedale ma anche lì , eczema e sempre crema al cortisone. Mi consigliarono anche di metterlo spesso in acqua, per lui era un sollievo al dolore.

Non ce la facevo più, mio figlio non dormiva, non mangiava e non rideva e scherzava come gli altri neonati. Lui piangeva per il dolore ed io piangevo con lui. Non sapevo come aiutarlo, in casa non si viveva più. La mia e la famiglia di mio marito non potevano crederci a quello che ci stava succedendo, cercavano di aiutarci in tutti modi, ma non ce la facevo a lasciarlo senza di me, anche solo per andare a fare la spesa.

Dopo aver visitato trentacinque medici e tutti con la stessa diagnosi, ero disperata. Volevo morire insieme a lui, è brutto da dire, ma non sapevo cosa fare. La sua pelle non si poteva toccare che cadeva, non potevamo nemmeno abbracciarlo. Finché insieme a mio marito decidemmo di smettere con il cortisone e creme varie, oramai non avevamo più altre scelte, e provò con il fai da te.

Decisi di preparargli un unguento a base di citronella e zinco, con il passare dei giorni sembrava che stava migliorando, io e mio marito eravamo sbalorditi. Nel giro di due mesi Isaia sembrava un altro bambino, era felice ed io ero felice insieme a lui. Finalmente, dopo la crisi del primo anno, iniziavamo a respirare e a goderci il nostro meraviglioso bambino.

Con questo non voglio dire che i metodi fatti in casa sono sempre la soluzione, perché la medicina ha fatto i suoi progressi, però ogni tanto bisogna usufruire di entrambi. Come i rimedi che usavano le nostre nonne avvolte sono un aiuto per tutti.”