Il ceffone non educa un bambino, solo l’affetto può farlo!

“Se non la smetti ti do un ceffone!”, tipica frase di un genitore molto arrabbiato. Questo articolo è per loro, per chi pensa che uno schiaffone al momento giusto è il miglior insegnamento per un bambino. Il passaggio è stato troppo radicale, si è passati da un mondo in cui i bambini non potevano nemmeno aprire bocca, ad un altro pieno di indicazioni differenti, che creano molte incertezze nei bambini e nel genitore stesso. Un epoca dove regna il relativismo: tutto è opinabile, tutto è vero, tutto è falso…

E oggi vogliamo aprire gli occhi ai genitori su questa questione: nell’educazione dei figli c’è un limite invalicabile, ovvero la violenza. E non sbalorditevi di fronte a questa affermazione, un ceffone è violenza: “Ma lo faccio una volta ogni tanto, solo per tenerlo in riga”; “Le sculacciate fanno più male a me che a lui!”; “Non mi piace menarlo, ma a volte è l’unica soluzione”. Queste frasi, vi suonano familiari? Quante volte le avete dette o pensate?

Bene, il primo insegnamento da dare a un figlio è che la violenza è inutile, non serve per ottenere quello che si desidera, eppure dietro ad uno schiaffo è questo il messaggio che passa. Un genitore deve sempre ricordarsi che sono le proprie azioni che educano un figlio, loro ci osservano ma soprattutto ci imitano, per loro rappresentiamo un punto di riferimento.

Se picchiamo i figli, loro saranno incoraggiati a loro volta a fare violenza, il pensiero tipico sarà: “Se i miei genitori alzano le mani con me, anche se mi vogliono tanto bene, perché mai io non dovrei farlo con le persone che non mi piacciono?”. Avete mai pensato a questo? Dietro allo schiaffo c’è una frustrazione del genitore, di chi non è riuscito a farsi ascoltare o obbedire, emozioni che aumentano l’energia interna da scaricare attraverso quel brutto gesto e che, quindi, rende il colpo più forte. Questa forma di punizione è triste, causa dolore, paura e lacrime. E’ la parte negativa e brutta dell’educazione di un genitore.

Non si tratta di un trauma psicologico vero e proprio, l’importante è capire però che esiste un’ alternativa, un metodo educativo che non implica necessariamente l’uso della violenza. Certo una scelta educativa basata sulla comunicazione richiede maggiore sacrificio, sforzo e pazienza, più tempo da condividere con i propri figli, non il tempo che avanza dal lavoro o dalle faccende domestiche, ma tempo di qualità. Forse è questo il giusto metodo, non c’ è una scuola per imparare ad essere genitori, ma magari adottando questa linea, gli schiaffoni spariranno dalle nostre mani,  semplicemente perché non ne avremo bisogno.

Una nuova soluzione, per genitori e figli, che non fa male nessuno. Esiste qualcosa di meglio? Provate a tenere le “mani in tasca” per un po’, fateci sapere come va! Condivideteee