Violenza ostetrica? Potete difendervi!

Oggi parliamo di un argomento piuttosto delicato: il parto. Per ogni donna è un’esperienza indimenticabile e ognuna di noi la vive in modo unico e diverso. C’è chi affronta tutto con serenità e felicità, chi invece ha paura e vive sotto stress. In entrambi i casi, quando vediamo il nostro bambino per la prima volta riusciamo a dimenticare ogni dolore e pena. Ma in questo viaggio, nella sala parto, non siamo sole, ci sono le ostetriche ad accompagnarci per aiutarci e sostenerci, purtroppo però a volte capita che la situazione non sia così tranquilla e pacifica come in realtà dovrebbe essere.

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E’ proprio questo l’argomento di oggi, la violenza ostetrica, così è stata definita. Negli anni ’80, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato alcune “regole” riguardanti l’assistenza da fornire alle donne durante il travaglio, prima del parto e anche dopo. Non solo, ha anche illustrato le procedure sconsigliate, quindi che bisogna evitare, al fine di non provocare danni a mamme e bambino.

SONO DA EVITARE:

il clistere;

la depilazione;

la somministrazione di ossitocina per accelerare il travaglio;

la rottura volontaria delle membrane;

il divieto di digiunare e bere;

il taglio del perineo;

la manovra di Kristeller (spinte sulla pancia);

la separazione immediata del bambino dalla mamma;

il taglio immediato del cordone ombelicale

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Il penultimo punto deve essere precisato, perché né al bambino né alla mamma fa bene essere separati subito, a meno che non ci siano condizioni cliniche che obbligano a farlo. Il contatto pelle-pelle è importantissimo, e ancora più importante è far attaccare immediatamente il bambino al seno. Ogni donna deve vivere questa bellissima esperienza secondo il proprio modo di essere. Molti studi hanno dimostrato che la “violenza ostetrica” oltre a provocare danni fisici alla mamma, può ostacolare il parto e tante volte i medici si ritrovano ad eseguire un taglio cesareo che poteva essere evitato; i danni saranno sicuramente anche psicologici e in seguito potrebbero anche influenzare il rapporto madre-figlio.

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Per ultimo, ma non per importanza, c’è il rispetto; molte ostetriche sono aggressive, per loro un parto è “routine” mentre per le mamme è sempre un’esperienza unica, meravigliosa che le operatrici rendono molto spesso stressante. Anche i neonati potrebbero riportare danni emotivi, appena nati desiderano l’odore della mamma, quell’unica voce che li ha cullati per 9 mesi, se adagiati sul suo petto riescono da soli a trovare il seno da cui nutrirsi. L’elemento che ostacola questo preziosissimo processo naturale potrebbe essere gravemente dannoso.

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 Ogni mamma deve conoscere i propri diritti. Nella nostra Costituzione, articolo 32, c’è scritto:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Mamme avete il pieno diritto di scegliere le pratiche sanitarie a cui volete o no essere sottoposte. Chiedete tutte le informazioni che volete, sui medicinali somministrati e soprattutto riguardo il parto. Scegliete la posizione in cui state più comode durante il travaglio, rifiutate l’episiotomia se volete, nessuno vi obbliga! Decidete voi il momento in cui tagliare il cordone ombelicale e non chiedete di abbracciare subito il vostro bambino, dovrebbe già essere scontato!!!

Care mammine voi cosa pensate? Qual è la vostra opinione riguardo questo argomento?

Scrivetecelo nei commenti!