Born to Die – Paradise edition: il nuovo album di Lana Del Rey

Il video di Ride con suggestive ambientazioni on the road, tanta America, sensualità e prologo intimista della cantante in viaggio verso sé stessa

Avete amato o odiato Born to Die, l’album di esordio di Lana Del Rey? Eh si, perché il personaggio Lana Del Rey (alias di Elizabeth Grant) o si ama o si odia.

La copertina di Born To Die - The paradise edition
La copertina di Born To Die – The paradise edition

Quando si parla di lei non ho ancora capito se si tratti di una cantautrice introspettiva o una poser in cerca di identità, performer incapace (vedi la tremenda esibizione al Saturday Night Live) o interprete raffinata (al Later with Jools Holland show o al David Letterman show.
Forse un misto di tutto questo e forse proprio per questo divide? Lana ci riprova, con un secondo album che è una riedizione o re-release di Born to Die, in uscita il 13 novembre con il titolo Born to Die – The Paradise Edition e 8 nuove tracce inedite tra cui la cover (passatemela come inedito) di Blue Velvet, brano inciso per lo spot di H&M che ha scelto come testimonial proprio Lana Del Rey .

Ride è la nuova traccia dell’album che fa da primo singolo estratto; il video, da poco presentato in una premiere a Santa Monica è una sorta di short movie della durata di 10 min. con la regia di Anthony Mandler e la sceneggiatura della stessa Lana Del Rey, come si legge nei fotogrammi finali. Onirico, surreale o forse ai limiti del trash? La fotografia ha sempre un sapore vintage di fotogrammi sbiaditi, dai colori alterati dal tempo, come anche in altri video (Video Games, Born to Die).

Ride?

Una scena da Ride
Una scena da Ride

Ride si apre con un prologo intimista in cui Lana Del Rey racconta della propria vita pre-successo, un diario in cui parla senza mezzi termini e degli uomini che ha incontrato nell’ “inverno” della sua vita.
I riferimenti al viaggio come metafora di libertà esistenziale si sprecano, Lana percorre le strade d’America a bordo di choppers alla Easy Rider in compagnia di bikers dai capelli unti e tanti tatuaggi, dediti al gioco del flipper e alla conturbante presenza di Lana che si mette tra il flipper e il giocatore.

Una scena da Ride
Una scena da Ride

Ammiccamenti, allusioni non troppo velate alle libertà sessuali che la cantante si è presa e quelli che mi sembrano dei veri e propri nonsense: Lana Capo indiano armata di pistola, Lana sulla gomma copertone appesa al nulla in pieno deserto, Lana avvolta in una bandiera americana con le frange e su tutto l’inno, un tantino retorico, “I’m fucking crazy but I’m free, so I just ride, I just ride”.
In mezzo a questo po’ po’ di video, il brano?
Suggestivo come sempre per la voce roca e sussurrata di Lana, una ballatona pop con organo e archi, perfetta da ascoltare in cuffia per un viaggio in moto o anche in macchina, purchè l’importante non sia dove andare, ma andare.
E voi che cosa pensate di questo Ride? Vi fa odiare o amare Lana Del Rey?