Mad Fashion: il reality sull'atelier più pazzo di Hollywood

Il nuovo show di Real Time per gli amanti del lato estroso della moda

Real time apre la sua stagione estiva con un nuovo reality sulla moda che analizza, però, il suo lato più estroso. Lo show si chiama Mad fashion, e già il nome è tutto dire.
Ci troviamo nell’atelier di Chris March, stilista con propensione spiccata alla stravaganza che il pubblico di Project Runaway conosce già: Chris è stato infatti uno dei finalisti della quarta stagione, dove fu battuto dal Christian Siriano, proclamato vincitore. Già all’epoca Chris era stato notato per le sue doti da costumista più che da stilista, e le sue creazioni preannunciavano già quelle doti che lo avrebbero reso noto anche al di fuori del programma. E così è stato.

Mad Fashion - Il cast
Mad Fashion – Il cast

Il reality segue il lavoro dell’atelier e dello staff di Chris March alle prese con le richieste dello starsystem hollywoodiano. Tra le clienti di Mad Fashion, giusto per fare due nomi, troviamo Beyoncé, Maryl Streep e Lady Gaga (ma guarda un pò, non l’avremmo mai detto)

Una delle creazioni realizzate in atelier
Una delle creazioni realizzate in atelier

Le creazioni sono sempre estrose e quasi al limite della realizzazione: tessuti a malapena lavorabili, parrucche altissime (Chris March ha appena finito di realizzare duecento parrucche per Chanel), abiti forse più adatti a un teatro che a un red carpet. E il bello è proprio questo: ogni abito è una sfida, una sperimentazione che parte da un’idea ma che non si sa mai a cosa porterà.
Mad fashion è appena arrivato in Italia, viene trasmesso su Real Time ogni mercoledì alle 22.10 dallo scorso 13 giugno, ma già è stata confermata la seconda stagione. Lo show ha avuto successo, grazie anche alla comparsa, ovviamente, di qualche celebrity hollywoodiana in ogni episodio con le sue bizzarre richieste. Mad Fashion ci piace, e sarebbe davvero bello vedere un reality simile, magari tutto italiano che abbia per protagonisti i nostri talenti, che ci sono ma restano, ahimé, piuttosto nell’ombra.