Meryl Streep alla Festa del Cinema di Roma

La diva tre volte Premio Oscar ha svelato alla kermesse il suo immenso amore per la recitazione e il lato negativo della fama

 

L’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma ha accolto a braccia aperte la più grande attrice di tutti i tempi, Meryl Streep. Sessantasette anni all’anagrafe e trenta di meno sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, l’interprete de Il diavolo veste Prada ha presentato Florence Foster Jenkins, l’ultima fatica della sua quarantennale carriera: “Tutto quello che facciamo è in nome dell’amore. È quello che ci sostiene e ci manda avanti nell’arte e nella vita”.
Diretto da Stephen Frears, Florence Foster Jenkins racconta la storia vera dell’omonima cantante d’opera, divenuta celebre per le scarse abilità canore. Un ruolo che ha costretto la straordinaria attrice di musical come Mamma Mia e Into The Woods a cantare nel peggior modo possibile: “Non ho mai interpretato un ruolo così. Gershwin suonava cantando. Il suono era stonato, ma lui conosceva la nota giusta. Darei tutto per scoprire la melodia che risuonava nella testa di Florence”.

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Meryl Streep in Florence Foster Jenkins di Stephen Frears

Florence Foster Jenkins brilla per l’emozionante performance della Streep. Una diva che, nonostante l’amore del pubblico e dei media, preferisce evitare il parere della critica: “Non leggo le recensioni. Non sai mai se ti tendono un’imboscata dolorosa. Il giornalismo ti attacca per l’aspetto fisico e per il corpo. Sono stata protetta dalle persone che mi vogliono bene. È così che sopravviviamo”. Ma l’incontro con la Streep non finisce qui!

Durante il meet and greet con il pubblico sono state proiettate alcune sequenze di Kramer contro Kramer, I ponti di Madison County e The Iron Lady, pellicole caratterizzate da un talento e un estro artistico che sembrano crescere col tempo: “Credo che in età matura si migliori. Il mio entusiasmo e il mio amore per la recitazione non sono diminuiti. Non lo percepisco come un lavoro ma come un piacere colpevole per quello che faccio. Ho iniziato imitando mia nonna e la curiosità ha lasciato spazio a un’indagine più profonda. Tutte le donne che ho avuto la fortuna di interpretare hanno la stessa importanza”.

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Meryl Streep in The Iron Lady di Phyllida Lloyd

Autoironica come poche star ma consapevole di essere un’icona, la Streep sfugge dalla sua stessa fama: “Quando arrivo sul set il primo giorno sento l’obbligo di smantellare l’edificio che hanno costruito su di me. L’artificio che mi precede non aiuta il lavoro. La recitazione è un feeling reciproco e se c’è un muro di separazione è un problema. Quando dimentico le battute e iniziano a credere che io non sia così tanto brava mi rilasso”.

Nonostante sia un simbolo del cinema mondiale anche la Streep ha i suoi miti, dalle leggendarie Silvana Mangano e Anna Magnani fino alla promettente Alba Rohrwacher: “Credo di aver aperto la strada a molte attrici. A quaranta anni si scompariva, ora ci sono più opportunità. Tra le attrici che ammiro tanto c’è Alba Rohrwacher. Credo sia incredibilmente speciale”. Tra le emozioni del pubblico la divina Meryl ha incantato la Festa del Cinema di Roma a sette anni dal Marco Aurelio d’oro alla carriera: “Amo tutto dell’Italia. E poi tutti vogliono essere italiani. Anche io!”.