San Gennaro: riviviamo Napoli nei film più belli sulla città

5 film-documentari sul potere mediatico della napoletanità tra "miracoli", cultura sociale, storia e folklore

 

Ogni 19 settembre Napoli grida al miracolo. E’ il giorno della festa di San Gennaro, patrono della città, che oggi e altre 2 volte l’anno da secoli compie il famoso miracolo della misteriosa liquefazione del suo sangue, custodito in un’ampolla presso il Duomo di Napoli.
Napoli è una città con un carattere molto definito, facilmente riconoscibile che molti amano definire anche napoletanità. Ma tale napoletanità non è l’insieme di atteggiamenti e di connotati che caratterizzano il luogo e la sua popolazione, ma uno stato dell’anima, un segno distintivo che esalta il modo diverso di vedere la vita da parte dei napoletani rispetto a tutti gli altri, è un modo di sentire la vita insito in chi nasce in questa terra e la difende con il cuore.

Nonostante tutto, il bello di Napoli non è celebre tanto quanto il marcio che da sempre dilania la reputazione di questa città e la sua gente. La camorra, la corruzione, la sporcizia, la mala gestione, il caos, l’anarchia: questa è la Napoli troppo spesso raccontata dai media. Serie tv come Gomorra che hanno avuto un successo planetario raccontano delle verità inconfutabili, ma tendono ad eclissare tutto quello che di buono c’è e rende Napoli una delle città più belle e più particolari del mondo.

Spaccanapoli

Spaccanapoli

Per festeggiare al meglio questa giornata densa di napoletanità ecco 5 docu-film che dovete assolutamente vedere sulla Napoli contemporanea:

Per amor vostro di Giuseppe M. Gaudino – 2015

Oltre ad avere riscontrato un grande apprezzamento da parte del pubblio, lo scorso anno il film ha ottenuto al Festiva di Venezia la Coppa Volpi per la grande interpretazione di Valeria Golino.
In qiesto film non viene esaltata la città di Napoli apertamente, si concentra molto sull’interiorità del personaggio di Anna e dell’intimità della sua casa, ma è molto interessante il ruolo di cornice, a tratti opprimente e a tratti liberatoria, che viene affidato alla città.

Song’ e Napule di Manetti Bros – 2014

Siamo nella Napoli odierna e Paco dopo il diploma al conservatorio si ritrova disoccupato. La mamma trova una raccomandazione per farlo entrare nella polizia, ma la sua totale inettitudine lo relega in un deposito giudiziario. Un giorno arriva il commissario Cammarota alle prese con una delicata operazione volta a incastrare il pericoloso killer della camorra, detto O’ Fantasma.  Al commissario serve un pianista poliziotto che dovrà infiltrarsi nel gruppo del noto cantante neomelodico Lollo Love che allieterà il matrimonio di Antonietta Stornaienco, figlia del boss di Somma Vesuviana al quale sarà presente anche O’ Fantasma. A Paco non poteva capitare di peggio: si ritroverà a rischiare la vita in prima linea ed a suonare una musica che gli fa schifo, vestito come un cafone, ma non tutti i mali vengono per nuocere. Il film è molto carino e intelligente.

Le cose belle di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno – 2013

La fatica e la bellezza di crescere al sud attraverso le storie di quattro ragazzi, raccontati in due momenti fondamentali delle loro esistenze: l’adolescenza nella Napoli piena di speranza del 1999 e l’età adulta in quella paralizzata e frustrata di oggi. Ne viene fuori una Napoli bellissima e amara molto reale e apprezzabile.

Passione di John Turturro – 2010

Un viaggio nella Napoli più autentica attraverso le performance più varie e carnali di artisti e musicisti locali che ricreano un’atmosfera che si può vivere solo in questa città.

Incantesimo napoletano di Paolo Genovese e Luca Miniero – 2012

Questa è una divertentissima commedia che sprizza di napoletanità. Una famiglia napoletana ha una bambina, la felicità per la nascita di Assuntina però si trasforma in dramma quando la bambina invece di parlare napoletano parla milanese. Ma non solo, oltre all’accento settentrionale, Assuntina disdegna il ragù, il babà, la pastiera, le sfogliatelle, un vero problema esistenziale per i suoi genitori che decidono di mandarla dagli zii a Torre Annunziata nella speranza che apprenda un pò di vera napoletanità.