Deep web: il lato invisibile di Internet

Non tutto è come sembra, tanto meno in Internet: ecco cosa si nasconde sotto la superficie del World Wide Web

Tutti noi ogni giorno navighiamo su Internet: controlliamo la posta, cerchiamo indicazioni stradali, facciamo shopping e usiamo i social network… ma Internet è tutto li?
Ovviamente no, quello che si conosce più comunemente è lo strato più superficiale, mentre più a fondo, nel deep web, si trova veramente di tutto… sembra quasi un film: siete curiose di sapere che cosa si nasconde nelle profondità di Internet?
Nulla di buono, sappiatelo. Donne avvisate mezze salvate.

Cos’è il deep web e come funziona?

Il deep web è una parte di Internet composta da svariati siti invisibili, cioè non rintracciabili dai normali motori di ricerca perché ospitati su piattaforme anonime.
Per capire il funzionamento e la collocazione precisa del deep web nella rete è necessario prima capire come funziona Tor (sigla di The Onion Router), ovvero il programma più utilizzato sul web che permette agli utenti di navigare anonimamente nel Web.
Quando navigate è come se metteste i vostri dati di navigazione dentro una scatola e li indirizzaste verso una destinazione, ovvero il sito che volete raggiungere: la vostra navigazione sarà rintracciabile e sarà possibile vedere gli spostamenti del vostro pacchetto, nonché risalire direttamente a voi.
Se navigate anonimamente attraverso Tor le cose sono un po’ diverse perché invece di percorrere un tragitto lineare (e tracciabile), il vostro pacchetto entra dentro la rete Tor e viene rimbalzato attraverso svariati nodi dove ogni nodo rappresenta un utente che in quel momento, come voi, sta utilizzando il programma: quando il pacchetto arriva ad un nodo non si sa né da chi è stato spedito né a chi sarà rimbalzato successivamente e nessuno ha la possibilità di vedere cosa c’è dentro: l’unico che può eventualmente leggere le vostre informazioni è il nodo finale (o nodo di uscita) che invia il vostro pacchetto alla destinazione ultima e, nel caso le informazioni non siano cifrate, può eventualmente “aprire” il pacchetto.
I siti che compongono il deep web si collocano dentro questa fitta rete anonima e sono rappresentati dai nodi stessi perché, oltre ad essere un nodo della rete, un utente Tor può anche decidere di ospitare sul proprio pc un sito completamente anonimo: il vostro pacchetto dati inizia quindi a viaggiare rimbalzando verso un nodo specifico, arriva a destinazione dove il proprietario del sito riceve la vostra richiesta di visitare il suo spazio web e vi risponde, instaurando un botta e risposta che viaggerà sempre attraverso nodi Tor anonimi senza ripercorrere mai lo stesso tragitto.

Come funziona Tor parte 1 (da torproject.org)
Come funziona Tor parte 1 (da torproject.org)

Come funziona Tor parte 2 (da torproject.org)
Come funziona Tor parte 2 (da torproject.org)

Come funziona Tor parte 3 (da torproject.org)
Come funziona Tor parte 3 (da torproject.org)

Armi, droga e pornografia

L’idea di una navigazione libera e anonima è decisamente comprensibile e accettabile: nella nostra realtà quotidiana la rintracciabilità delle nostre navigate corrisponde ad un sistematico bombardamento di pubblicità e spam mentre in altre realtà l’utilizzo della rete anonima permette di oltrepassare i limiti della censura e delle imposizioni governative. Ma si sa che quando si concede un dito a qualcuno basta poco perché ci si prenda tutto il braccio.
La maggior parte dei siti che compongono il deep web infatti ospitano un vivido proliferare di attività ritenute illegali nella quasi totalità dei paesi nel mondo. Troverete quindi siti che funzionano con le stesse meccaniche di altri siti più famosi, tipo E-bay per le compravendite o Youporn per la pornografia, ma con articoli decisamente diversi: armi di contrabbando (bianche e da fuoco), ordigni esplosivi e manuali su come fabbricarne, droghe di ogni tipo (leggere, fatte in case, all’ingrosso, psicofarmaci e medicinali sotto prescrizione), patenti, soldi e passaporti falsi, account PayPal, Visa e Mastercard con relative carte clonate, account Netflix, Youporn, Spotify craccati, merce firmata di contrabbando e rubata (e qui permettetemi di dire che una Jimmy Choo a $ 40.00 mi ha tentato parecchio), il tutto spedito con una certa attenzione via posta e pagato attraverso l’utilizzo dei bitcoin, la moneta non tracciabile di Internet.
Per arrivare poi oltre il limite della legalità con siti specializzati in pedo-pornografia e video amatoriali di stupri e torture.
Internet non è il bel posto che sembra.

Tutto questo è legale?

A questo punto nasce spontanea la domanda “ma se queste attività al di sotto della superficie di Internet sono sotto gli occhi di tutti, perché non viene fermata?”.
Non è così semplice come a dirsi, perché il sistema del “rimbalzo del segnale” che sta alla base della navigazione anonima ci rende invisibili agli occhi di tutti, anche a quelli delle forze dell’ordine. Avete presente nei film quando il killer chiama per il riscatto e l’FBI cerca di localizzare la telefonata? Magari non accade con le stesse modalità hollywoodiane ma molto si avvicina alle reali difficoltà che la nostra polizia postale ha nel rintracciare questi segnali.
Paradossalmente è molto più facile essere “beccati” quando si riceve un pacco contenente il prodotto acquistato che non essere rintracciati durante l’acquisto: se si compra un etto di eroina è più facile che si venga rintracciati (al plurale perché vale sia per chi spedisce che per chi riceve) quando il pacco è in viaggio o arriva in aeroporto che non nel momento in cui si effettua la transazione.
Se avete visto almeno una volta nella vita Airport Security sapete di cosa parlo.

La dura verità

Ciò che lascia sconvolti è la semplicità con cui si ha la possibilità di accedere a questo tipo di servizio: non ci vogliono doti da esperto hacker per avere accesso al deep web e la prima cosa a cui si pensa è che se ce l’ho fatta io può farlo chiunque… Magari il vostro vicino di casa è un trafficante di droga o l’inquilino dell’appartamento di sotto è un pedofilo; è vero che il ragionevole dubbio può venire a prescindere, ma il cimentarsi direttamente in un’esperienza simile allarga decisamente le prospettive di sospetto.
Quindi com’è possibile fermare tutto questo? La risposta è o tutto o niente: non si può avere la possibilità di frequentare anonimamente il web senza il rischio che qualcuno se ne approfitti. È vero anche che quando si tratta di crimini estremamente gravi, come la pedo-pornografia, ognuno di noi è animato da sentimenti forti e tutti vorremmo che certe cose non accadessero… ma siate sinceri: siete veramente disposti a rinunciare alla vostra completa libertà in favore di un’autorità che decida della vostra privacy?

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