Il selfie è morto?

Quando una moda diventa una vera ossessione

Nasce in America un movimento anti selfie chiamato Anti-Selfie Movement e anche l’Italia inizia a muoversi verso questa tendenza, prima però analizziamo la situazione mondiale del fenomeno #selfie.

Il Selfie in numeri:

– Selfie, termine che nel 2012 è entrato nel dizionario Oxford Dictionary

– secondo una ricerca di Samsung si scattano 28 milioni di selfie al giorno

– secondo il Pew Research center americano attesta che oltre il 50% dei ragazzi tra i 15 e i 35 anni ha condiviso un selfie

– selfiecity.net (che monitora 5 città mondiali) ha dichiarato che il 4% delle immagini su Instagram sono #selfie

Statistiche italiane

– il selfie più scattato dagli italiani è con gli amici (31,5%)

– con il proprio partner (27,1%)

– con la famiglia (20%)

– con un animale (14,3%)

– davanti allo specchio (9%)

– la maggior parte delle foto è scattata in casa, seguita dal 23,6% scattate in teatro, sfondo panoramico (20,6%), ai concerti (4,3%) e agli eventi sportivi (1,9%). [fonte dati it.socialdaily.com]

L’Anti-Selfie Movement si fa portavoce del “È tempo di essere Unselfie. Basta sovraesporsi” e per veicolare il messaggio l’associazione ha aperto un sito e profili su molteplici sui social network.

Anche in Italia da qualche mese è partita la campagna #setiselfieticancello per mettere un freno a questo fenomeno che sta diventando una vera e propria ossessione.

In America invece, Kirsten Dunst, forse sensibilizzata dalla fuga sul web di alcuni sui scatti privati, ha partecipato al cortometraggio ‘Aspirational’. Nel video l’attrice è avvicinata da due ragazze che iniziano a spararsi i selfie con lei ignorando totalmente la sua presenza. Quando la Dunst chiede loro se vogliano approfittare dell’incontro per domandarle qualcosa, le due si limitano a rispondere: “Puoi taggarci su Facebook?”