Iniziare una convivenza: 3 step per superare la prova e vivere nerd e contenti!

La convivenza è un passo importante all'interno di una relazione: ma cosa ci spinge a farlo? E c'è un modo giusto per farlo? Qualche consiglio di vita vissuta per affrontare il grande passo più serene

Come sapete ogni tanto nell’appuntamento del giovedì mi trovo ad affrontare alcuni argomenti che esulano un po’ dal mio campo di competenza ma questo perché, una volta spenta la console, la sottoscritta nerdona deve affrontare le sfide e i problemi comuni della vita di tutti i giorni, proprio come tutte voi (giusto per far capire che scrivere su un blog e fare video su YouTube non ti salva dal cambio di stagione o dalle commissioni in posta!).

La sfida che affronterò (che sto già affrontando in realtà, ma in modo ufficioso) è la convivenza.
Era San Valentino quando vi raccontavo di come ho conosciuto il mio compagno e già in quel momento passavo a casa sua, ora nostra, parecchio tempo ma non avrei mai pensato che a pochi mesi di distanza sarebbe arrivato un trasferimento definitivo.
Però oggi non mi dilungherò sul come convivere senza uccidere il proprio compagno perché per il momento sono solo all’inizio, è tutto rose e fiori pucci-pucci: se stessi leggendo un libro vi direi “Bello, ma sono solo alla seconda pagina del primo capitolo!” (e gradirei che nessuno mi facesse spoiler sul resto del romanzo!), ma questo non significa che non ci sono ostacoli anche all’inizio.

Eccovi tre step con cui fare i conti agli inizi di una convivenza.

1 – Le motivazioni

Questa dovrebbe essere la parte più complessa della faccenda, e dico dovrebbe perché per me non è stato così. Ci sono coppie che si frequentano per anni e poi vanno a convivere mentre io ho frequentato il mio ragazzo principalmente dentro casa sua. È stato un processo naturale, lasci uno spazzolino, un cambio per la notte, ti scarichi l’account Xbox sulla sua console e dopo poco valutate di rendere la cosa permanente.
A scoraggiare una relazione al di fuori della convivenza è stata la distanza: a separarci c’erano infatti 150 km che io ero costretta a farmi in treno e, avendo studiato per quattro anni a Torino facendo la vita da pendolare, sapevo che la distanza mi avrebbe scoraggiato subito… e poi ero stufa che i controllori del Milano-Torino ormai mi salutassero per nome.

Quindi vedete bene che non esistono tempistiche giuste per la convivenza, lo si capisce senza troppe introspezioni, quindi non fatevi mai scoraggiare dalle frasi di circostanza che in questi casi chiunque si sentirà in dovere di dirvi: “Ma non è passato troppo poco tempo?” “E SE POI TE NE PENTI?” (se non avete capito la profonda citazione allora visitate troppo poco l’Internet)

Carrie e Bigi in una scena di Sex&The City - Foto: Movieplayer.it
Carrie e Bigi in una scena di Sex&The City – Foto: Movieplayer.it

2 – Lasciare le cose care

Ci sono purtroppo alcune cose che non possiamo portare con noi, tipo le persone care o la Play Station 3.
Questa credo sia la parte più complessa ma paradossalmente ho trovato molto più difficile pensare di affrontare il problema che non affrontarlo per davvero.
Dopo l’entusiasmo del “ci amiamo, viviamo insieme” arriva il momento in cui realizzi che per iniziare una nuova vita devi “abbandonare” parte di quella vecchia. E non parlo delle persone, quelle con un colpo di telefono si possono sempre raggiungere, ma parlo delle cose veramente importanti della vita: non saprai più dove sono gli interruttori della luce o gli spigoli assassini dei mobili, non saprai più regolare l’acqua della doccia a regola d’arte e dovrai abbandonare la tanto cara nicchia del divano realizzata con cura in svariati anni di seduta (sì, non facciamo le principesse, tanto lo facciamo tutte).
Dipende ovviamente da come si è fatti, quindi quando torno a casa per qualche giorno ogni due settimane, invece di fare la malinconica e postare foto struggenti con hashtag come #unpezzodelmiocuoreèsemprequi, mi godo di più la mia vecchia casa, la campagna intorno, è più piacevole vedere gli amici e stare con la famiglia.
Gli unici affetti che rimangono nella mia vecchia casa e di cui sento terribilmente la mancanza sono i miei gatti, il mio Nello in particolare, ma tutte le volte che ci rivediamo è sempre una festa!

3 – Cominciare da zero

I punti di partenza per una convivenza sono molteplici: io mi ritrovo nella situazione in cui io ho sempre vissuto con la mia famiglia mentre lui è da svariati anni che vive da solo in una casa di sua proprietà, quindi io mi sono trasferita da lui.
Ho subito avuto un bel feeling con questa casa, l’ho subito percepita come bella e accogliente, nonostante fosse la casa di un uomo single: e sono stata decisamente fortunata perché il maschio etero medio, si sa, talvolta manca di buon gusto.
In questi casi noi donne siamo sopraffatte da un istinto ancestrale più forte di noi che ci porta inevitabilmente, quasi fosse un obbligo morale, ad “aggiustare” le cose: quindi cambiare le tende, mettere un tappeto nuovo, foderare il divano con una fantasia a fiori, sostituire la cucina, le piastrelle del bagno, abbattere qualche muro e costruire una veranda sul terrazzo, roba che facevi prima a comprare una casa nuova. Il tutto naturalmente senza che lui lo debba sapere e tutto ovviamente made in IKEA.

Hai davvero bisogno di cambiare tutta la tappezzeria? Foto Maria Morri via Flick
Hai davvero bisogno di cambiare tutta la tappezzeria? Foto Maria Morri via Flick

Io non ho fatto nulla di tutto ciò perché la casa mi piace tantissimo così com’è, ma ho messo mano laddove non nessuno può vedere: i cassetti.
Cassetti, ante, mobili, lavanderia (tra poco toccherà allo sgabuzzino) sono stati riorganizzati secondo il mio personale gusto con tanto di applausi scroscianti del mio ragazzo che ormai, pur sapendo che era un problema da affrontare, si era arreso di fronte all’impresa.
Inoltre più si va avanti più si applicano questi criteri al resto della casa: se siete partite con lenzuola e servizio da caffè e vi fate prendere la mano, un giorno il vostro uomo tornato a casa troverà parte dei suoi averi, specialmente i vestiti, in un sacco nero della spazzatura, e l’unica cosa che riuscirete a dire sarà “quel maglioncino era inguardabile, ho dovuto buttarlo”.
Quindi signore, prima di finire la convivenza prima ancora di cominciarla siate rilassate e partite serene, tanto lui è perfettamente conscio che prima o poi il maglioncino finirà nel sacco dell’indifferenziata… prendetevi il vostro tempo!

Da qui in poi è un mistero su come questa convivenza andrà avanti… curiose di sapere come continuerà?

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