Lo strano caso dei gruppi cittadini su Facebook: "Sei di Torino se…"

Cosa c'è dietro il fenomeno dei gruppi dedicati alle città d'Italia su Facebook?

È successo tutto dal giorno alla notte: un attimo prima non c’erano, il secondo dopo eravamo tutti membri (volontari o no) di un gruppo di Facebook dedicato alle nostre città d’appartenenza. Io, in un attimo che mi ha reso bipolare, mi sono ritrovata in “Sei di Lamezia Terme se…” e “Sei di Torino se…“, in un sapiente mix di “Minchia nè!” e detti del folklore popolare calabrese. Cosa è successo? Ho analizzato il fenomeno: scoprite insieme a me le dinamiche di questo strano (e molto geolocal) fenomeno di Facebook.

fonte: vincos.it
fonte: vincos.it

Il potere della viralità

Ammetto di aver pensato, per un secondo, che l’apertura simultanea di questi gruppi cittadini, in cui gli utenti si scambiano impressioni, ricordi e tradizioni della loro città in un serratissimo posting su Facebook, fosse frutto di un’attività di qualche agenzia lungimirante per conto di qualche brand altrettanto furbo. La cosa sembrava talmente ben organizzata da diventare – per me che sono un’addetta ai lavori – totalmente sospetta. In realtà, il fenomeno me lo sono studiato bene e sembra spontaneo e di portata virale (pazzesca): la semplicità del mezzo (Facebook e gruppi di Facebook), la celerità nell’aggiungere membri tra gli amici e il senso di community reale (perché prima di essere membri del gruppo si è compaesani) ha favorito la velocissima ascesa al successo di questi piccoli spazi geolocalizzati e animatissimi. Tutti vogliono esserci e tutti vogliono aggiungere un dettaglio, un ricordo, un modo di dire sotto forma di post. Da Facebook ai giornali locali il passo è stato breve: troverete centinaia di ritagli e articoli online che raccontano il fenomeno dal punto di vista cittadino. Così gli admin (ovvero i creatori del gruppo) si sentono delle star e così ogni membro sente di dare un apporto interessante ogni volta che clicca su Pubblica.

I contenuti: dal ricordo dei tempi andati al gossip di paese

Gruppi del genere sono un covo legalizzato di gossip: ci metto le mani sul fuoco che anche quello cui appartenete voi è pieno di chicche su questo o quell’altro compaesano, commenti che scatenano pettegolezzi furiosi, mini litigi, battibecchi e altre piccole meschinità tanto care a Facebook. Ma oltre a questo c’è di più: il ricordo dei tempi andati, foto d’epoca, frasi e modi di dire dialettali che nessuno pronuncia più da tempo: il bello del virale è che torna, quasi sempre, al tradizionale. Tanto che a Pesaro, dal gruppo, proprio nelle scorse ore si sono spostati tutti in piazza per un mega raduno: erano quasi in 2 mila a raccontarsi della propria città, direttamente da Facebook.

La febbre del Gruppo FB

Quando ormai pensavamo di esserci liberati di loro, ecco tornare prepotenti i gruppi, ormai più che soppiantanti dalle fan page (amatoriali o aziendali). Le dinamiche sono leggermente diverse, anche se la logica è sempre la stessa: condividere il più possibile, racimolare Mi piace, commenti, dire la cosa più interessante o divertente o, semplicemente, celebrare il proprio paese d’origine. Per me, che sono lontana dalla mia casa (al netto di gossip e litigi) un modo per sentirmi più vicina. E voi, siete ancora nel vortice dei “Sei di XX se…” o ne siete già usciti?