TDM5: scopri la grafica italiana alla Triennale di Milano

In fondo per creare un manifesto, una confezione, un messaggio pubblicitario, un video, dietro non c’è solo la creatività dell’uomo, ma anche della tecnologia

TDM5: grafica italiana
TDM5: grafica italiana

Dopo mesi, finalmente ho trovato il tempo per andare a vedere la quinta edizione del Triennale Design Museum, una visione dei primi cento anni di grafica italiana.

Perché andarci?

Io ci sono andata come grafico, per passione professionale, per curiosità, ma non solo. È una mostra che racchiude anche la visione di come la grafica ha accompagnato le nostre vite e anche di come ha condizionato la nostra realtà sociale ed economica.
Non è una mostra per soli esperti del settore, che sicuramente apprezzeranno il percorso e i vari elaborati grafici esposti.
Trovo che sia una mostra adatta a tutti, dove non è richiesta una conoscenza tecnica delle regole auree, del colore o dei font, ma richiede soltanto di aprire i cassetti dei ricordi e rivedere manifesti, loghi, locandine politiche, sigle televisive e oggetti che un po’ tutti abbiamo visto e riconosciamo, perché fanno parte della nostra storia.

Il realismo nella grafica
Il realismo nella grafica

Cosa c’è da vedere?

L’allestimento si apre davanti a noi come un libro bianco, dove possiamo attraversarlo pagina per pagina.
Il giro inizia con un forte impatto cromatico, per ricordarci che il colore è la prima emozione con cui ci confrontiamo da bambini.
Il percorso si apre con la tipografia, ricordo ancora la mia passione ai tempi delle superiori per il font Bodoni.
Si prosegue con il libro, proponendo la sua storia nelle sue evoluzioni tecniche, parlando anche dei grandi nomi del panorama grafico che illustravano e disegnavano le copertine.
Entriamo poi nel mondo dei periodici, ancora oggi alcune riviste specializzate e famose offrono un grande spunto d’ispirazione, ma anche di lavoro, sempre alla ricerca di nuovi sistemi d’impaginazione.
Anche la politica trova spazio in questa mostra di opere grafiche, soprattutto nei manifesti degli anni passati.
Settore degno di nota perché racchiude anche parte della grafica più tradizionale è l’identità visiva, dove possiamo vedere come sono nati i loghi più famosi e soprattutto fa vedere al grande pubblico che dietro ad un logo c’è tanto lavoro, studio e ricerca.Chissà che forse finalmente il lavoro di un grafico venga apprezzato e considerato tale.
L’ultima sala legata ai film e ai video ammetto che mi ha un po’ deluso, mi aspettavo qualcosa di più.
Per il resto questa mostra merita di essere visitata con calma per studiare ogni singolo oggetto.

Loghi
Loghi

Dov’è la tecnologia?

Una volta un grafico disegnava a matita e poi il tutto era convertito in digitale, oggi al grafico viene richiesto principalmente di saper usare un computer e dei software specifici. Per fare questo lavoro però è importante conoscere la storia della grafica, saper usare ancora una matita, sapersi allontanare da un computer e poi ritornarci carichi d’idee.

Se ancora non siete stati alla Triennale, avete tempo fino al 24 febbraio.

La grafica nella copertina nei dischi
La grafica nella copertina nei dischi

Sale ad alto impatto cromatico
Sale ad alto impatto cromatico