“Sono gravemente malato, è una condanna” il terribile annuncio dello storico volto Rai
Emanuele Dotto, ex radiocronista di Radio Rai, racconta la sua vita dopo la diagnosi di sclerosi multipla, riflettendo sulla carriera, la famiglia e il valore del quotidiano.
Un’esperienza di vita intensa, segnata da sfide e conquiste, quella di Emanuele Dotto, ex radiocronista di Radio Rai e riconosciuta voce di ‘Tutto il calcio minuto per minuto’. La sua storia si tinge di una profonda introspezione, soprattutto dopo la diagnosi di sclerosi multipla progressiva, avvenuta un mese dopo il suo pensionamento. Oggi, a 73 anni, Dotto riflette su un’esistenza ricca di eventi, ma segnata da una condizione che ha cambiato il suo modo di vivere. Attraverso le sue parole, emerge un uomo che, nonostante le difficoltà, riesce a trovare bellezza e significato anche nei momenti più semplici della vita quotidiana.

La sua passione per la vita e il lavoro è ancora evidente, anche se il mondo che lo circonda è diventato più ristretto. Dotto racconta di come ora osservi il mondo con occhi diversi, descrivendo il suo ambiente attuale come un giardino della sua infanzia, dove trascorre il tempo in carrozzina, immerso nella musica e nella lettura. Nonostante le limitazioni fisiche, egli riconosce il valore delle esperienze passate e la presenza della sua famiglia, che continua a sostenerlo in questo percorso. La sua mente rimane lucida e vivace, una risorsa fondamentale per affrontare i cambiamenti del suo corpo.
Gli anni in Rai e le citazioni dotte
Emanuele Dotto ha dedicato gran parte della sua carriera alla Rai, dove ha lavorato dal 1980 fino al 2019. Tuttavia, i suoi esordi risalgono a un periodo precedente, nel giugno del 1976, quando collaborava con il Corriere Mercantile di Genova. Fu in quell’occasione che, spinto dalla curiosità e dalla determinazione, si trovò a coprire un evento tragico: l’omicidio del giudice Francesco Coco da parte delle Brigate Rosse. Senza alcuna preparazione scritta, utilizzò un gettone telefonico per inviare il suo servizio al giornale, dimostrando già allora la sua abilità nel raccontare fatti di cronaca in modo immediato e diretto.
La sua carriera in Rai è stata caratterizzata da momenti indimenticabili e da una particolare attenzione per l’arte e la cultura. Le “citazioni dotte di Dotto” sono diventate una sua firma, frutto della sua passione per i musei e le chiese. Ricorda con affetto un dipinto quattrocentesco nella chiesa del suo paese, Lerma, e si interroga sul perché molte persone scelgano destinazioni esotiche invece di scoprire le bellezze artistiche a loro vicine. La sua curiosità lo ha portato, in un’occasione, a visitare il Kimbell Art Museum in Texas, piuttosto che assistere a una finale di calcio, dimostrando così un’ottica unica e personale rispetto agli eventi sportivi che ha seguito per tutta la vita.
Dotto ha anche condiviso ricordi legati alla sua infanzia e al suo paese natale, dove ha conosciuto Moana Pozzi. La descrive come una giovane talentuosa e ambiziosa, che desiderava diventare attrice e che, nonostante la sua fama, rimase sempre legata alle sue radici. L’influenza della sua famiglia è stata fondamentale, in particolare quella di uno zio sacerdote, che ha contribuito a coltivare la sua vocazione per il giornalismo attraverso l’amore per le storie e le notizie. Grazie a questi elementi, Dotto ha costruito una carriera straordinaria, diventando una figura di riferimento nel panorama della radiocronaca italiana.