Cos’è la Sindrome di Barbie & Ken?

Gli esperti lanciano l'allarme!

Avete mai sentito parlare della Sindrome di Barbie & Ken? Sempre più persone, purtroppo, abusano della chirurgia estetica proprio per assomigliare alla bambola più famosa del mondo (che recentemente ha lanciato un bellissimo progetto per creare doll che si ispirano a grandi donne del nostro tempo e del passato). Il professor Carlo Gasperoni, docente al Master di Chirurgia Estetica della Faccia dell’Università Tor Vergata di Roma, lancia l’allarme e spiega come è nato questo fenomeno.

Sempre più donne chiedono ai chirurghi plastici ai quali si rivolgono di avere i lineamenti della Barbie. Così come sempre più uomini chiedono di assomigliare a Ken, il fidanzato storico della bambola della Mattel. Un fenomeno che potrebbe sembrare innocuo, ma che in realtà è decisamente preoccupante, visti anche gli ultimi casi mediatici che riguardano le Barbie in carne e ossa Alina Kovalevskaya e Valeria Lukyanova o il Ken umano Rodrigo Alves.

Secondo gli esperti il problema è l’esposizione prolungata, soprattutto da giovani, a modelli di riferimento, unita all’incapacità di trovare la propria identità e sviluppare la propria personalità. Secondo il professore Carlo Gasperoni il problema è prima di tutto a livello psicologico.

Alcune persone soffrono di un disturbo, la Sindrome di Barbie & Ken, per la quale non riescono ad avere una loro identità ben definita. Cominciano allora a guardarsi intorno per vedere quali sono i personaggi da tutti ammirati e quindi cercano di diventare uno di loro per essere a loro volta ammirati. In definitiva sono incapaci di affrontare la verità della vita e preferiscono crearsi una vita irreale. Barbie o, nel caso degli uomini Ken, sono due bambole che hanno fatto giocare molti bambini. Nel giocare qualcuno ha cominciato a fantasticare, e la vita irreale si è sostituita a quella reale che si è incapaci di affrontare. Si tratta quindi di un disturbo psichiatrico, perché la personalità in questi casi non si è evoluta”.

Uno studio pubblicato su American Psychological Association, condotto da scienziati della University of Sussex e della University of West England, ha svelato che le bambine esposte alla Barbie avevano dopo l’esperimento un livello di autostima legato al proprio corpo più basso delle bambine che non avevano avuto un contatto diretto. Un modello di riferimento potenzialmente pericoloso per loro!

Come dovrebbero reagire i professionisti di fronte a queste richieste? “Se una persona chiaramente disturbata chiede di assecondare i suoi disturbi, il medico non deve farlo, ma deve indirizzarlo verso una cura. In altre parole aiutare una persona a somigliare a quelle bambole è la negazione della missione del medico, il cui comportamento è da censurare perché non etico. Certe trasmissioni televisive che mostrano queste persone per farne uno spettacolo, andrebbero censurate perché in questo modo si spingono le persone che sono borderline a propendere verso una soluzione irreale dei propri problemi, si fa un danno alla società. È come tornare a far vedere per scopo di lucro persone come fenomeni da baraccone storpi e malformati”.