Barbara D'Urso ancora sotto il mirino dell'Ordine

Il presidente dell'Ordine passa ai fatti

Continua la polemica che vede come protagonisti due soggetti: l’Ordine dei Giornalisti e Barbara D’urso.

Il presidente Iacopino infatti, ha dato seguito al vecchio post pubblicato nella sua pagina Facebook, recapitando alle procure di Milano e Roma un esposto nel quale, a chiare lettere scrive:

Fonte: Facebook - Iacopino
Fonte: Facebook – Iacopino

“Si evidenzia pertanto che la signora Barbara D’Urso pur non essendo iscritta all’albo dei giornalisti, compie sistematicamente un’attività (l’intervista) indivduata come specifica della professione giornalistica, senza esserne titolata e senza rispettare le regole, con negative ripercussioni all’immagine di quest’Ordine. Ciò detto, si chiede alle Autorità in indirizzo di avviare ogni accertamento di competenza..[…]”

Ma Barbara D’Urso non resta in silenzio, e riponde così:

“Grazie all’amore che ci dimostrate tutti i giorni, fino all’ultimo minuto di Pomeriggio Cinque. Siamo sottotestata giornalistica, ho il dovere e mi piace informarvi, e stare sui fatti di cronaca e non solo”

Diciamo che dopo le accuse che le sono state rivolte, poteva pensare a qualcosa di più incisivo, ma per lei ci ha pensato Selvaggia Lucarelli, che per la prima volta prendere le “difese” della soubrette in un post su Facebook:

“Quello che penso della D’Urso penso si sia capito e mi sembrerebbe superfluo ribadirlo. Per me la deriva che hanno preso i suoi programmi è devastante e lo dico da tempo, però questa volta mi tocca non dico difenderla, ma quasi. Premesso che Iacopino è un presidente molto in gamba, su questa cosa della denuncia dell’Ordine dei giornalisti a Barbarella nutro delle perplessità. Non che sia addolorata, anche perchè vista la sua abitudine a scomodarli lei i tribunali pure se uno dice che ha un’unghia ingiallita, magari prova l’ebbrezza di stare dall’altra parte. Però quello che leggo nella denuncia, ovvero “anche il diritto di cronaca ha dei limiti sanciti dalla legge” o la signora D’Urso conduce interviste senza essere titolata o causa ripercussioni negative sull’immagine della professione giornalistica, beh, mi permetto di dire che è tutto vero, per carità, ma non è che certi signori col tesserino scintillante facciano di meglio. Magari il contesto appare meno baraccone, magari non fanno le faccette o i carmelitasmack tra una disgrazia e un’intervista alla Fico, però nel torbido ci rovistano allo stesso modo. Ma proprio allo stesso, indugiando sul macabro, parlando di minori, invitando soubrette a discutere di sentenze e di omicidi, non preoccupandosi minimamente delle ripercussioni psicologiche che certe trasmissioni possono avere sui figli dei vari Bossetti & co.
Non preoccupandosi del fatto che la spettacolarizzazione della cronaca nera produca un’orda di mitomani che si improvvisano testimoni, amici, confidenti delle vittime pur di finire in programmi e giornali. Non preoccupandosi di nulla, sostanzialmente. Neanche di evitarci siparietti pietosi di liti tra conduttori per parenti delle vittime strappati alla concorrenza televisiva all’ultimo minuto. Ora, è la dura legge della cronaca, per carità. Però non facciamo che se ‘sta schifezza la cavalca la D’Urso è il male, se la cavalca la signora titolata o il giornalista in giacca e cravatta l’ordine dei giornalisti ci fa una bella figura. Anzi, se proprio la vogliamo dire, il codice deontologico dovrebbero rispettarlo i giornalisti, per la D’Urso l’unico dovere professionale è fare share e gongolarsi su twitter come una bimbominkia. Perchè denunciare solo lei e non monitorare anche programmi di signori con tesserino? Per quel che mi riguarda, dalla D’Urso questo mi aspetto, sono i giornalisti che dovrebbero regalarci spettacoli migliori e regalarli al proprio ordine, perchè poi il confine tra quelle che il buon Iacopino chiama “soubrette” non titolate e gli avvoltoi titolati diventa piuttosto sottile.
(E ora mi si continui pure a dare della stronza, ma non si metta mai più in discussione la mia onestà intellettuale finchè campo perchè per difendere la D’Urso tocca averne a secchiate).”