Abbaiava troppo, cane legato e bruciato: è vivo per miracolo

Giako abbaiava troppo. Così qualcuno lo ha prima legato e poi bruciato vivo. Indagini in corso.

Abbaiava troppo e per questo un cane è stato dato alle fiamme. Quest’atto brutale è avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 novembre a San Pietro Vernotico, comune di 14mila abitanti della provincia di Brindisi, in Puglia.

Abbaiava troppo, cane legato e bruciato vivo: è vivo per miracolo

Giako – così si chiama il cane – è salvo per miracolo. Qualcuno, infatti, si è accorto di quanto successo e ha allertato immediatamente i soccorsi.

Il veterinario è giunto sul posto e, poi, ha condiviso un post su Facebook con la foto che trovate poco sopra:

Ecco le parole del medico: “Alle ore 3 vengo chiamato poiché viene dato fuoco da sconosciuti a un povero cane in abitazione privata, di proprietà di una vecchietta che dormiva. Scena da brivido, mi ritrovo carabinieri, vigili del fuoco e il povero cane, fortunatamente vivo e in questo stato”.

Dall’immagine condivisa sul social media dal veterinario si notano la presenza di escoriazioni su tutto il corpo del povero animale. Inoltre, il cane ha subito gravi lesioni facciali e l’occhio destro è ormai compromesso a causa del fuoco.

Abbaiava troppo, cane legato e bruciato vivo: è vivo per miracolo

Alfonso De Liguori, rappresentante di Animalisti Italiani ONLUS ha commentato così: “Il povero animale è stato prima legato, poi cosparso di liquido infiammabile e gli è stata persino negata la fuga, chiudendo con un armadio la strada che gli avrebbe permesso di entrare in casa. È un crimine efferato, pretendiamo una risposta ferma da parte delle istituzioni. La mia associazione si costituirà parte civile”.

Indagini in corso per risalire al responsabile del gesto crudele. Al vaglio degli inquirenti i video registrati dalle telecamere poste nelle vicinanze dell’abitazione dove qualcuno si è introdotto per commettere il crimine. Il padrone del cucciolo si trova in Olanda, dove lavora, e ha fatto sapere che tornerà in Puglia per portarselo via con sé. Il cane era stato affidato temporaneamente alla donna perché gli era stata negata la possibilità di alloggiare con l’animale nei Paesi Bassi.

De Liguori ha aggiunto che “daremo battaglia perché davanti a questi episodi ci sia una risposta concreta da parte del legislatore. Crediamo che un’Italia incivile non possa essere più tollerata. Noi non ci stiamo più, non siamo più disposti a tollerare questa cattiveria contro esseri indifesi. Rinnoviamo il nostro appello al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, per aumentare le pene per i reati commessi in danno degli animali. Questa ennesima storia di crudeltà deve servire a tutti per renderci conto che siamo arrivati al limite”.