Arrestato vigilante, accusato di maltrattamenti verso il suo cane

"La scena è stata vista dalla finestra. Siamo andati lì e abbiamo trovato il cane che tremava sotto il divano. Senza prove, ora dobbiamo solo aspettare"

Un uomo, un vigilante, è stato arrestato a Quixadá, un comune del Brasile nello Stato del Ceará, per aver cercato di fulminare il suo cane, con un dissuasore elettrico di marca Taser. Si tratta di una pistola elettrica da difesa, che usa l’elettricità, che fa contrarre tutti i muscoli del soggetto colpito, paralizzandolo. Eccolo:

Fortunatamente, l’uomo è stato visto maltrattare il suo cane, dalla finestra della sua abitazione. Un vicino, o un passante, in modo anonimo, ha avvertito le forse dell’ordine e non è riuscito nel suo intento ( o almeno è ciò che si sospetta).

Quando gli agenti hanno irrotto nell’abitazione, hanno trovato il povero cagnolino, spaventato, che si nascondeva sotto un divano.

Sul corpicino aveva diversi segni di maltrattamento e dopo le dovute ricerche, le forze dell’ordine sono anche riuscite a trovare la pistola elettrica, perfettamente funzionante.

Il cane è stato prelevato e portato al sicuro, mentre l’uomo, è stato arrestato e portato alla stazione di polizia di Quixadá. Ha affermato che non stava facendo del male al cane e che non gliene aveva mai fatto. Gli agenti gli hanno fatto firmare il TCO ( un registro brasiliano) e poi lo hanno rilasciato per mancanze di prove.

Il vigilante ha richiesto la restituzione del suo animale, poiché vorrebbe continuare a prendersi cura di lui.

Al momento tutto è nelle mani del Dipartimento di Giustizia, che deciderà il destino del cucciolo.

“Il cane, apparentemente molto spaventato, è stato salvato dal nostro team. E’ in attesa di una decisione da parte del tribunale, con la quale scoprirà quale sarà la sua destinazione, anche se il vigilante ha detto che rivuole l’animale indietro. Nel frattempo, abbiamo bisogno di un volontario che possa prendersi cura del cane mentre il giudice prende la decisione finale, ma dobbiamo chiarire che non è un’adozione”, ha spiegato il delegato Renato Magalhães.

Se l’uomo verrà giudicato colpevole, rischia la pena prevista all’articolo 32 della legge 9605/98: la detenzione da tre mesi ad un anno.