Cagnolina salvata dagli operai di una piattaforma petrolifera

Cagnolina salvata dagli operai di una piattaforma petrolifera; ha nuotato per chilometri in mezzo all'oceano prima di essere avvistata: ecco come si è conclusa la vicenda.

Una cagnolina è stata salvata dagli operai di una piattaforma petrolifera: la povera piccola aveva nuotato in mare aperto per tanti chilometri prima di raggiungere la piattaforma ed essere avvistata dagli operai. Era stremata e, probabilmente, non avrebbe retto a lungo. Ecco la sua storia.

Venerdì scorso gli operai di una piattaforma petrolifera situata nel Golfo della Thailandia hanno avvistato in mezzo all’oceano una cagnolina che cercava disperatamente di restare a gala. La piattaforma si trovava in mare aperto a 220 km dalla riva e lei era comparsa dal nulla. L’hanno chiamata e la cagnolina si è diretta verso la base della piattaforma, rifugiandosi tra le sbarre di metallo arrugginite.

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La parte bassa della piattaforma era difficile da raggiungere e i lavoratori sono riusciti, con molte difficoltà, a calare una fune e legarla. L’hanno poi tirata su. Era una cagnolina Aspin marrone. Aveva sete e fame e gli operai si sono occupati di lei. Poi con l’aiuto di un braccio-gru la cagnolina è stata trasferita a bordo di una nave petrolifera di passaggio che l’ha consegnata ai veterinari a Songkhla, nel sud della Thailandia.

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Uno degli operai della piattaforma petrolifera, Khon Vitisak, che ha salvato il cane ha detto che non sa come sia arrivata nell’oceano ma che vorrebbe adottarla se nessun proprietario si fa avanti. Ha detto: “L’abbiamo trovata mentre cercava di nuotare verso il nostro impianto, che si trova a circa 220 km dalla riva. Per fortuna il mare era ancora calmo. Abbiamo appena intravisto la sua piccola testa nell’acqua ma se le onde fossero state più grandi, penso che probabilmente non l’avremmo notata affatto. Dopo essere riuscita a salire sulle sbarre di ferro della base, non ha né pianto né abbaiato affatto. Abbiamo cercato un modo per aiutarla e, alla fine, abbiamo deciso di usare la corda per legare il suo corpo e sollevarla.”

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“I volontari che ora si prendono cura di lei non sanno se ha un proprietario o se è una randagia. È possibile che abbia nuotato dalla riva o che si sia imbarcata su una barca per poi finire in acqua. Una volta raggiunta la piattaforma, i lavoratori hanno l’hanno rimessa in sesto mentre aspettavano la nave cisterna che stava tornando a riva per fermarsi a prenderla.”

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Tutto è bene quel che finisce bene.

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