Cerbiatto salvato e adottato da una famiglia, ora deve andarsene perché è un cervo adulto

Ecco la sua storia

Questa è la storia di Bambi, il cerbiatto salvato e adottato da una famiglia, che ha voluto chiamarlo proprio come il piccolo protagonista di una storia strappalacrime della Disney. Bambi oggi è cresciuto ed è diventato un cervo adulto. Dovrà andarsene dalla casa dove è stato accolto.

Cerbiatto salvato e adottato da una famiglia

Bambi aveva perso la mamma da cucciolo e la famiglia di Giovanni Del Zoppo, a giugno 2020, lo aveva trovato in un bosco della Valmalenco, in provincia di Sondrio, adottandolo e iniziando a prendersi cura di lui. Da allora Bambi vive con loro ed è una mascotte della fattoria di Sara, digli di Giovani.

Il cerbiatto oggi è diventato un cervo adulto e oggi potrebbe essere allontanato, come racconta l’uomo di 58 anni che due anni fa lo ha salvato e curato:

Lo avevo trovato in una radura, solo, impaurito nel giugno di due anni fa. L’avevo lasciato, nascosto nell’erba, pensando che la mamma cerva sarebbe tornata presto a riprenderselo. Invece, forse a causa dell’odore dei miei cani che quel giorno mi accompagnavano nella passeggiata nei boschi, è stato abbandonato.

L’uomo lo ha portato allora nella sua stalla salvandogli la vita e dandogli il latte delle sue caprette e con le mele della Valtellina. Sta bene, come ha stabilito anche il veterinario e gli agenti della Polizia Provinciale che gli hanno detto, però, che non potrà vivere più lì.

Nei giorni scorsi, sono venuti qui dicendomi che l’avrebbero portato via. Non lo trovo assolutamente giusto. Lui, che ho semplicemente chiamato Bambi, si è affezionato a noi e noi a lui. Soffrirebbe senza più vederci: fa parte della nostra famiglia.

Bambi

Cerbiatto salvato e adottato da una famiglia deve lasciarli ora che è un adulto

Quest’inverno si è allontanato per cinque giorni. Ci eravamo preoccupati. Ma si è preso una vacanza, evidentemente, e poi è tornato nella cava dove lavoro, qui in Valmalenco, e felici siamo tornati a casa insieme. Gli manca solo la parola. Le mie piccole adorate nipotine Caterina e Carlotta come farebbero a vivere senza il loro ‘fratellino’ che tanto coccolano ogni giorno, venendo sempre ricambiate negli affetti?

Queste le parole di Giovanni, mentre per le guardie provinciali presto potrebbe diventare un pericolo. E comunque la legge non permette di tenerlo, come spiegato da Gianluca Cristini, comandante ad interim della Polizia Provinciale di Sondrio:

La fauna selvatica, per legge, non può essere tenuta in casa, in stalla o in altri ambienti che non siano a ciò autorizzati. Fra un mese al massimo avrà il suo primo periodo di bramito, andrà in cerca della femmina e, pertanto, potrebbe diventare pericoloso e cominciare a dare testate, come fanno gli ungulati in questi casi. Non si può detenere un animale selvatico come fosse domestico, solo centri autorizzati lo possono fare. Come è già capitato in passato con altri animali, verrà recintato in un’area molto ampia, prativa e boschiva, e lì farà la sua vita. Potrà accoppiarsi con le femmine che verranno inserite, ma non potrà essere reimmesso in natura, perché ormai non resisterebbe.