Cora e Medison

Dissero che io dovevo capire, così mi arrivo i cane più sporco e puzzolente del mondo, mi dissero che l’avrei dovuta lavare io, asciugare, sfamare e coccolare. Aveva la pancia appesa per quante cucciolate aveva fatto, la sua pelle era tutta squamata a causa delle pulci e delle zecche che la mangiavano minutamente.

La chiamai Cora, a lei non dispiaceva quel nome, l’ho capito. Cora dipendeva da me, mi venne data al posto delle medicine per l’ansia e la depressione, decisero di tentare questa strada e io, da brava figlia, accettai questa scommessa. Devo dire che ho sempre desiderato un cane , ma lo immaginavo un po diverso. Cora era la mia ombra, il tempo per pensare ai problemi immaginari era diminuito, lei doveva andare ai controlli dal medico, dalle volontarie a salutare, aveva bisogno di andare al parco per socializzare, Cora diventò un impegno grandissimo. Le fisse diminuirono, è vero, ma l’attaccamento verso la cagnolina divenne morboso, Cora lo sapeva che in lei scattava qualcosa, non si allontanava mai. Quel giorno Cora si allontanò, mi girai all’improvviso e lei non c’era più, ho iniziato a piangere e correre per tutta la sala d’attesa dell’aeroporto, Cora era sparita nel nulla. Un abbaio, era lei, l’avrei riconosciuta tra mille, era seduta davanti ad un uomo in lacrime, mi sono avvicinata e lui..”Sei fortunata cara, hai una brava cagnolina, anche io ne avevo una fino a pochi giorni fa, abbiamo vissuta una vita splendida, diciassette lunghi anni da raccontare, ho il cuore a pezzi, la tua Cora l’ha capito, mi è venuta a dare un po di conforto!”

Medison consigliò vivamente all’uomo di attore un cane bisognoso, come la sua Cora.

Lei si impegnava a cercare di migliorare il futuro della piccola

che non aveva tempo per piangersi addosso.

Medison lasciò il numero delle volontarie di Cora a quel signore, con la speranza che possa seguire il consiglio e darsi una seconda possibilità, aiutare gli altri è un po aiutare anche se stessi!