Donna condannata per aver abbandonato il suo cane sul sedile posteriore dell’auto
Una donna è stata condannata in seguito alla morte del cane, deceduto di fame sul sedile posteriore della sua auto.
Bethany MacLean è una donna di 22 anni di Cape Breton, che è stata condannata agli arresti domiciliari e alla libertà vigilata per aver fatto morire di fame il suo cane, che si trovava sul sedile posteriore della sua auto, parcheggiata nel parcheggio di un centro commerciale di Hailifax. La donna è stata dichiarata colpevole con l’accusa di crudeltà verso gli animali, dalla corte provinciale di Halifax.
Bethany MacLean, secondo quanto emerso, aveva parcheggiato l’auto nel parcheggio del centro commerciale Park Lane. La sua Nissan Sentra è stata scoperta lì dagli impiegati del centro commerciale due mesi dopo, coperta da uno spesso strato di polvere. La porta del guidatore era sbloccata e quando l’hanno aperta hanno subito sentito un odore davvero nauseante.
Secondo la dichiarazione dei fatti in tribunale, i dipendenti hanno sollevato una coperta sul sedile posteriore. E hanno scoperto una cuccia sotto. All’interno hanno trovato i resti del povero Keisha, un cucciolo di husky.
Poche settimane prima, la donna era stata multata per aver lasciato Keisha e un pastore tedesco nella sua Nissan, sepolta sotto la neve. I cani tremavano e non avevano ne acqua ne cibo. Nei due mesi in cui la macchina è stata parcheggiata nel centro commerciale, l’ex fidanzato ha raccontato che Bethany MacLean, proprietario del pastore tedesco, le aveva detto che Keisha era morta per un incidente. In quello stesso periodo il manager del suo lavoro aveva detto che lei gli aveva raccontato che si era ammalata e doveva essere soppressa.
Una necroscopia è stata eseguita su Keisha per determinare le cause della morte. E’ morta di fame, era veramente emaciata e aveva perso ogni deposito di grasso in quei due lunghi mesi. Nel tratto digerente non c’erano residui di cibo, solo fili di plastica dei quali, a quanto pare, si era nutrito mentre moriva di fame. Chissà quanto ha sofferto!
Nessuno ha capito perché, invece, non ha portato il cane da un famigliare o in un rifugio, piuttosto che lasciarlo morire di fame lì dentro.