Gli animali sono pensanti: soffrono anche loro
Se è vero che gli animali pensano, è altrettanto vero che anche loro possono soffrire
“Cogito ergo sum”, con questa frase il filosofo e materico Cartesio ha influenzato tutta l’era moderna: penso, dunque sono.
Questo pensiero è inevitabilmente applicato anche all’universo animale, come influenza il rapporto tra l’uomo e le creature di altre specie?
Ai tempi fu proprio Cartesio a disconoscere ogni possibilità riguardo la facoltà di pensiero applicata agli animali, e di conseguenza anche quella di provare sensazioni e sentimenti. La scienza moderna però ci ha mostrato attraverso numerose ricerche e studi che non è proprio così e che i confini tra umani e animali sono piuttosto fluidi e non così rigidi come si pensava a un tempo.
Sono sempre di più infatti le prove scientifiche che testimoniano un importante grado di intelligenza animale e un sempre più elevato comportamento sociale, merito probabilmente anche del rapporto tra uomo e animale che negli anni è cambiato e si è evoluto.
Sono molti gli studiosi che non mettono più in discussione la coscienza degli animali, secondo le loro teorie, comprovate da risultati evidenti, gli animali hanno pensieri, sensazioni, sentimenti e intuizioni anche se le modalità di esternazione e applicazione sono senz’altro diverse da quelle umane.
Probabilmente, eticamente le orecchie e gli occhi fanno finta di non vedere, del resto se si accettasse che gli animali sono dotati di auto consapevolezza e quindi sono coscienti e capaci di sofferenza mentale e fisica, si resterebbe estremamente turbati dal modo in cui la nostra specie si rapporta a loro.
Basti pensare a tutti quei settori dove lo sfruttamento è ancora massiccio, nonostante l’inversione di rotta di molte e aziende e le scelte di quei consumatori consapevoli e attenti. Gli allevamenti intensivi, il commercio delle pelli, la caccia e la ricerca nel campo medico e farmaceutico sono sempre più radicati nella nostra cultura e nella società contemporanea.
Rifugiarsi dietro alla tendenza che è solo l’uomo ad avere una coscienza crea una distanza psicologica da consentire l’illusione di essere immuni da eventuali responsabilità di colpe.
Ma questo, dovrebbe farci riflettere.