“Gli stavo dicendo quanto la sua vita contasse e quanto lui fosse importante per me..”
Quando Janine Guido incontrò Watson per la prima volta, la sua espressione le disse tutto. “Ho guardato i suoi occhi, era esausto, lanciavano un messaggio chiaro, aveva deciso di smettere di lottare e di lasciarsi andare. Mi presento, mi chiamo Janine e sono una volontaria dell’Animal Rescue, un rifugio per animali bisognosi.
Watson si trovava al veterinario, l’abbiamo ricoverato dopo che un ragazzo lo ha trovato accasciato a terra, da solo, in un parco. Era malnutrito, la sua pelle era piena di ferite infette e aveva un grosso tumore canceroso sulla zampa posteriore. Il cancro, sfortunatamente, aveva preso il sopravvento. La cosa più brutta era che io non potevo aiutarlo in nessun modo. C’era solo una cosa da poter fare, rimanergli accanto e accompagnarlo verso il ponte dell’arcobaleno. Nessuno merita di morire da solo. Non so perché, ma quella notte, solo guardandolo, io ho capito che non l’avrebbe superata. Così sono andata a prendere una pila di coperte e mi sono addormentata con lui. Siamo rimasti abbracciati per tutta la notte. Lui ha dormito tutta notte, serenamente. Io mi sono addormentata piangendo e mi sono svegliata piangendo. Non so se lui avesse mai dormito, prima di allora, tra delle braccia piene d’amore. Quando si è svegliato la mattina successiva, era ancora più stanco del giorno prima. Non mangiava e non dormiva, ha iniziato a girarsi su se stesso e poco dopo è volato in cielo. Lo conoscevo da poco ma non uscirà mai dal mio cuore.
Ringrazio il Signore ogni giorno, per avermi permesso di tenerlo abbracciato l’ultima notte.
Gli ho detto quanto lo amavo e quanto fosse importante che lui lottasse.
Mi ha spezzato il cuore, ma non cambierei quella notte per nulla al mondo.”