Haward, il cane che non si è mai ribellato

Era giovane quell’uomo che aveva Haward a guinzaglio, doveva essere un esempio il suo, magari l’aveva salvato da un canile. Il ragazzo cammina in strada con il cane a guinzaglio, lo teneva ben stretto, diciamo…a corto…per capirci. Ogni passo era un calcio, a volte qualche botta in testa, le orecchie e poi la coda, era un continuo far

male a quel poverino. Molte persone lo vedono ma nessuno ha il coraggio di intervenire, neanche una parola. Una pattuglia lo vede da lontano, il cane era a terra, ormai sottomesso a tanta cattiveria. Non reagiva a nessun colpo, era succube di quell’uomo. Uno dei due agenti particolarmente indignato interviene, lo strattona, gli leva il cane dalle mani, lo sbatte in auto e lo portano in caserma. Nel frattempo il cagnolino ormai con vistose ferite, viene portato al sanitario di competenza. In caserma l’uomo farfuglia parole insensate, si capisce che lui stesso non sta bene. L’agente cerca di rintracciare la sua famiglia, poi chiama gli assistenti sociali e ne chiede un ricovero per recuperarlo. Poi c’è Haward da sistemare, così il poliziotto va dai veterinari che lo stanno seguendo, si capisce che il cane ha una particolare indole di sottomissione, un cane estremamente dolce, il cane, pur essendo un molosso non reagiva perché, probabilemnte, sentiva che quel papà non era cattivo, aveva bisogno solo di essere aiutato. L’agente quel giorno ha salvato entrambi, il giovane è affidato alle cure della famiglia e di specialisti, Haward l’ha portato a casa sua, ha deciso che un cuore così grande non doveva andare perso. Quando il lavoro è una passione prima di una professione!