Il principe Fortunato di nome e di fatto
La storia che vi vogliamo raccontare ci è pervenuta in forma anonima e abbiamo deciso di pubblicarla… perché di persone così è pieno il mondo… ma non fanno mai rumore. Di loro non parlano i telegiornali e non si scrivono fiumi di parole. Ecco perché noi ve la racconteremo… e, forse, vi farà riflettere su alcune cose…
Fortunato (così si chiamava il cucciolo) non ha avuto molto dalla vita… non da subito. Dopo solo una settimana di vita la sua mamma l’ha rifiutato. Non si sa perché, lui non lo voleva. Gli mordeva appena cercava di avvicinarsi per mangiare. Non era il mio cane ma di un mio vicino. All’inizio pensavo fosse malato ma l’ho accudito e nutrito io fin quando non è diventato grande, era la mia ombra e io me ne prendevo cura come se fosse figlio mio perché per lui la sua mamma ero io, quando aveva 1 mese cercai di reintegrarlo almeno per farlo giocare con i suoi fratellini ma preferiva star con me, era un amore! Poi, quando compì 2 mesi… i suoi proprietari lo fecero adottare. La sua proprietaria era una ragazza giovane come me ma era sposta e aveva una bimba piccola. Quello che né loro né io sapevamo era che quella ragazza era già segnalata alle varie associazioni per maltrattamento ai cani. Ho scoperto che il mio cucciolo era finito nelle mani di quella bestia attraverso una foto postata su Instagram. Contattai la ragazza e concordammo un incontro, volevo vederlo… Me lo portò, lui piangeva, mi aveva riconosciuta e anch’io piangevo di felicità! Mi era mancato così tanto… ma la felicità durò poco perché i miei occhi e le mie orecchie non hanno mai sentito e visto cose più brutte di quelle fatte da questa coppia. Suo marito lo portava per il guinzaglio attaccato al collare e mentre camminava lo tirava su fino ad alzarlo da terra perché per lui era divertente! Ci fermammo in un bar e dopo aver dato al cagnolino metà cornetto al CIOCCOLATO il mio cucciolo si soffermò a leccare la tazzina del caffè e la bestia in questione gli disse “qui no, appena siamo a casa te ne do un po’” Rabbrividii. Mi voltai e le chiesi se gli dava davvero il caffè e lei come se niente fosse mi disse di si, il cucciolo aveva solo 2 mesi e non era vaccinato ma solo sverminato. Mi contattò dopo un paio di giorni dicendomi che doveva dar via il cane perché i suoi vicini si erano lamentati che la notte abbaiava e che se se la museruola non avesse funzionato lo avrebbe dato via alla prima persona che capitava. E non oso immaginare cosa gli combinava la bambina essendo piccola, perché questa donna continuava a prendere cani che poi le venivano tolti.
Alla fine decisi di intervenire, non potevo permettere che quella che io consideravo e considero oggi la metà di me vivesse una vita che non meritava così decisi di riprendermelo…
Ah, dimenticavo… quando è nato io lo avevo chiamato Principe perché per me lui era un principe…
Ora vive con me da più di 6 mesi e ad oggi posso dire che è sempre stato il mio più grande amore e non smetterà mai di esserlo. Mi ero fatta una promessa quando nacque ma mi dispiace, quella che conduce e condurrà con me non sarà mai una vita da principe perché la sua è una vita da RE!