Il suo cane doveva essere soppresso 5 mesi prima poi scopre che era ancora vivo

Dire addio ad un cane non è mai semplice ma pensate di doverlo fare due volte… è impensabile, vero? Ma sfortunatamente, è ciò che è accaduto ad una famiglia nel New Jersey. Keri Levy un giorno andò dal veterinario perché Caesar, pinscher nano di 15 anni, non stava bene: lì ebbe la devastante notizia che il cane soffriva di una malattia cronica endocrina chiamata sindrome di Cushing, a causa della quale lo avrebbero dovuto sopprimere.

Caesar rimase in quelle condizioni per un po’ di tempo, senza migliorare, e fidandosi delle parole professionali del dott. George Menez, Keri decise che era tempo di dire addio al cane. Dopo un addio strappalacrime tra la donna e il suo cane, Caesar fu messo nelle mani dello staff del Briarwood Veterinery Hospital di Howell.

La sera stessa, Levy ricevette una chiamata in cui le dicevano che Caesar aveva smesso di soffrire e che sarebbe potuta tornare a ritirare il collare. Ben 5 mesi dopo, la donna ricevette una chiamata anonima: pareva che un impiegato dell’ospedale avesse il suo cane.

Subito avvisò le autorità che, dopo varie indagini, scoprirono che l’impiegato sosteneva di averlo voluto tenere in vita per regalargli una seconda chance pur senza il consenso del proprietario. Tornata all’ospedale, trovò sostegno nel nuovo veterinario, dott. Maureen Kubisz, che le spiegò la vicenda.

 

Nel frattempo, Menez e l’altro impiegato vennero licenziati e la donna poté rivedere Caesar… che purtroppo era in condizioni pessime: aveva perso altro peso e non aveva ricevuto le cure necessarie. Dopo averlo portato da un altro veterinario, che confermò la diagnosi di Menez e che l’eutanasia sarebbe stata la scelta migliore, la donna decise nuovamente di farlo sopprimere.

Fu davvero dura dirgli addio per la seconda volta ma almeno stavolta non avrebbe più sofferto. Lo staff dell’ospedale ha dichiarato che in futuro verranno fatti controlli più severi per evitare esperienze come questa.