Kaos il cane avvelenato: richiesta l’archiviazione

La vicenda di Kaos, il cane avvelenato aveva commosso tutti. Oggi la procura ha richiesto l'archiviazione del caso. Ecco perché.

Kaos il cane avvelenato non potrà mai essere dimenticato. La sua storia ha fatto breccia nei nostri cuori e ha animato le nostre anime. Kaos era uno di quei cani addestrati a salvare vite ed è stato trovato morto dal suo proprietario che, da subito, ha parlato di probabile avvelenamento. È stata fatta denuncia contro ignoti e, finalmente, sembra che le indagini sono riuscite a fare luce sulla vicenda.

Kaos era un pastore tedesco di 3 anni che faceva parte del nucleo cinofilo dell’associazione di volontariato Pivec. A fine luglio di quest’anno, il suo proprietario, Fabio Ettorre, l’ha trovato morto nel cortile della sua casa di Sant’Eusanio Forconese. Da subito il ragazzo ha parlato di avvelenamento, anche se ci sono state persone che hanno detto che il cane sarebbe stato stroncato da un infarto. Per Kaos si è mobilitato l’intero paese e, addirittura, diversi esponenti della politica, chiedendo giustizia. Il corpo del cane che era stato seppellito da Fabiano Ettorre, era stato riesumato e sottoposto ad un esame autoptico che aveva confermato l’avvelenamento da lumachicida. Era partita subito un’indagine che, nel tempo si era arricchita da altri elementi. Fabiano Ettorre, il proprietario di Kaos, aveva fatto un esposto per aver subito un furto in casa del quale si era accorto in seguito, ad indagini già avviate. Guido Cocco, Il sostituto procuratore della Repubblica, aveva aperto un fascicolo contro ignoti in cui sono stati ipotizzati i reati di furto, maltrattamento e uccisione di animale. Il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale della Forestale dell’Aquila (Nipaf) si è occupato delle indagini, facendo diversi sopralluoghi sul posto del ritrovamento del corpo di Kaos, ascoltando le testimonianze delle persone informate sui fatti, visionando i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona e analizzando anche gli eventuali litigi tra Ettorre e i vicini e gli abitanti di Sant’Eusanio Forconese. Bisogna dire che la vendita del veleno lumachicida che ha ucciso Kaos è legale e libera, quindi chiunque avrebbe potuto acquistarlo.

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Dopo la morte del cane c’erano state tantissime polemiche. Nel processo, insieme a Fabiano Ettorre aveva chiesto di costituirsi parte offesa anche la Onlus degli Animalisti Italiani, per poter partecipare agli accertamenti tecnici con i propri consulenti ma il sostituto procuratore non aveva acconsentito alla richiesta motivando che a tale associazione non poteva essere riconosciuta come parte offesa.

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Alla fine non è stata trovata alcuna prova che potesse sopportare l’ipotesi del dolo e il sostituto procuratore ha deciso di fare la richiesta per l’archiviazione.

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Possiamo, dunque, concludere che per la procura Kaos è morto per avvelenamento accidentale, pur sempre per colpa di un umano che aveva lasciato incustodito il lumachicida che il cane, nei suoi giri, aveva trovato e ingerito.

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L’unica cose che ci sentiamo di dire in questo momento è R.I.P. Kaos… non c’è niente altro da aggiungere!