La favolosa vita di Cesare

Cesare, il randagio amatissimo

Arrivò per caso, ma si sa le belle cose arrivano così. Era il 2004 quando il comandante dei vigili, Mauro Cecconi lo trovò infreddolito e spaesato che correva per la statale 71, nei pressi di Capolona. L’uomo, insieme al suo collega lo caricò in macchina e lo portò in comune per gli accertamenti di rito.

Durante quei minuti accadde qualcosa tra i due, qualcosa che raccontarlo non rende sicuramente. Il cane era mal messo, ma aveva un tatuaggio, vennero rintracciati i proprietari che ne rifiutarono la riconsegna, eppure era il loro cane da ben quattro anni. In realtà Mauro e gli altri colleghi ne furono felici, non era un ambiente idoneo a tanto amore. Cesare, venne chiamato così, restò in Comune, non venne mai mandato in canile. E’ vissuto quindici anni, era il cane del comune, tutti lo conoscevano. Cesare saliva sul pulmino della scuola con i bambini che erano felicissimi della sua presenza. Ha partecipato a tutti i matrimoni del paese, ha mangiato i cibi più buone e le primizie se per gli altri erano costose per lui era gratis. Non ha conosciuto altro che l’amore. Ha dormito al caldo, è stato amato come un cane dovrebbe essere sempre. Il bar era sempre aperto per lui, il macellaio il suo preferito, anche se non ha mai saputo che Cesare era il cocco di sua moglie. Questo paese ha dato così tanto a questo cane che lui non ha voluto lasciarli, ha resistito fin quando ha potuto. Da diverso tempo viveva a casa di Mauro, ormai vecchio e stanco doveva essere accudito e chi poteva farlo se non colui che lo salvò anni prima. Si è addormentato a Natale, al caldo, con le persone che lo hanno infinitamente amato. A voi tutti paesani vi auguriamo ogni bene, che possano gli altri prendere esempio da voi. Che gran cuore e che grande educazione al rispetto della vita avete. Non piangete per Cesare, vi aspetta all’ingresso del ponte dell’arcobaleno, la leggenda narra che i cuori puri si ritroveranno. Vi regaliamo qualche immagine