La storia del cane Tank
Il protagonista di questa storia è un uomo che si è ritrovato a cambiare, improvvisamente, la sua vita. Si è trasferito in una nuova casa, in una nuova città, ma fin da subito, ha sentito che gli mancava qualcosa, anche se non capiva bene cosa. Si sentiva solo, così penso di andare al rifugio e adottare un cane bisognoso.
C’era un labrador nero di nome Reggie, aveva bisogno di una casa, così scelse lui. Purtroppo non riusciva ad instaurare un rapporto con lui, gli diede tempo due settimane, alla fine non si conoscevano, forse ci voleva solo un po’ di tempo, ma niente… il cane non ubbidiva, non era interessato a interagire con lui e sembrava essere molto triste. Non si abituava alla situazione, non si abituava alla casa, aveva perfino pensato di riportalo al rifugio, forse non lo voleva come umano, forse lo odiava. Poi si ricordò che i volontari gli avevano dato le sue vecchie cose, giocattoli, palline, ciotole e insieme a queste, c’era una lettera del suo precedente proprietario. E fu proprio questa a cambiare la loro vita! La lettera che vi mostriamo di seguito, ci insegna quanto forte è il legame che si crea tra un uomo e il suo amico a quattro zampe. Leggete la lettera di seguito:
“Dopo aver letto queste parole, sono rimasto in silenzio, avevo già sentito quel nome, lo avevo letto sul giornale. Era morto in Iraq pochi giorni prima. Gli avevano dato una medaglia d’argento, perché aveva salvato la vita ad altri tre uomini.
Prima di lasciare il suo cane, si era assicurato di ogni cosa, pur di lasciarlo in buone mani. Ho guardato quel cane e a bassa voce, l’ho chiamato: Tank? Lui mi ha guardato e poi si è avvicinato scodinzolando.
Lo guardai negli occhi e gli promisi che mi sarei preso cura di lui, perché Paul lo aveva affidato a me.
Poi gli chiesi se volava giocare con le palline. Lui felice andò nell’altra stanza e tornò con tre palline da tennis in bocca.”