La storia di Asher, l’anziano cane e del suo angelo
'Mi rendevo conto delle sue condizioni. Era vecchio, paralizzato, sporco, non muoveva nemmeno la testa'
Il protagonista di questa storia, è Asher, un cane anziano, di circa quattordici anni, che è stato salvato dalle forze dell’ordine. Gli agenti lo hanno trovato tra i rifiuti, dove qualcuno, probabilmente, lo aveva lasciato a morire. Il povero animale non poteva nemmeno camminare, a causa di una paralisi. Era affamato e sporco, il suo pelo era intrecciato e la sua puzza si sentiva a distanza.
E’ stato portato ad un rifugio della città, dove è stato tenuto per cinque giorni, per dare la possibilità alla sua famiglia, qualora ne avesse una, di rivendicarlo. Ma nessuno denunciò mai la scomparsa di Asher. I volontari del rifugio decisero di metterlo tra i possibili adottanti, anche se sapevano che nessuno avrebbe mai adottato un cane così. Asher era anziano e disabile. Avevano scoperto, dopo una visita, che aveva una spondilosi incurabile, che gli impediva di muoversi e che, sarebbe andata sempre più peggiorando. C’era una sola possibilità per mettere fine alle sue sofferenze, l’eutanasia. Il direttore dell’associazione, però, non era d’accordo. Kelly non voleva che Asher morisse senza aver mai conosciuto l’amore: “E’ vero, soffriva, ansimava, ma perché doveva morire senza nemmeno un giorno d’amore? Senza nemmeno provarci? L’ho portato a casa con me e con mio marito lo abbiamo lavato e coccolato. Abbiamo pensato che dopo si sarebbe sentito meglio, così come succede a noi quando ci facciamo una doccia, è come se rinascessimo, non è vero? Non avevo preso in considerazione, però, che probabilmente nessuno gli aveva mai fatto un bagno!
Cercava di mordermi, lo stavo infastidendo. Era diventato aggressivo. Ho dovuto mettergli una museruola. Soffriva ogni volta che cercavo, con il pettine, di liberare il suo pelo dai nodi e dalla sporcizia. Si irrigidiva,non poteva muoversi, ci provava ma il dolore lo lacerava. Mio marito mi guardava con tenerezza, sapevo che anche lui la pensava come tutti gli altri, quella puntura avrebbe messo fine alle sue sofferenze.
Io volevo solo fargli conoscere l’amore. L’ho guardato e gli ho chiesto scusa, gli ho detto che volevo solo mostrargli cosa si prova quando qualcuno si prende cura di te.
Mi ha capito, vi giuro che mi ha capito, lui ha capito ciò che avevo detto. Ha iniziato strusciarsi a me, si faceva coccolare. Così gli ho tolto la museruola e ha iniziato a leccarmi. Ero così felice che ho pianto.
Dopo il bagnetto, gli ho dato da mangiare. Poi si è addormentato sul tappeto. Al suo risveglio, mi ha chiamata, voleva stare con me. L’ho preso in braccio e l’ho portato fuori casa, gli ho mostrato il giardino. Da quel giorno, è diventato affettuoso e socievole. Non riesce a mangiare da solo, non può girare la testa come un normale cane, gli avvicino io la ciotola ma quando lo vedo esausto mi metto il cibo sulle mani e lo imbocco, a lui piace da morire. Molti continuano a chiedermi perché ho rinunciato alla mia vita e come lui possa essere felice così, come un mezzo vegetale imbottito di farmaci.
A queste persone voglio dire una cosa… è pulito, mangia e ha conosciuto l’amore. So bene che non durerà molto e che un giorno, quando meno me lo aspetto, lui si spegnerà ma ho capito una cosa molto importante: loro meritano di essere portati fuori da quel rifugio, anche se solo per una notte.”