La storia di Nik Nak: abbandonato e tradito da chi più amava

“Mamma questa mattina ho aperto gli occhi e tu non c’eri più. Questo posto è freddo e sento l’abbaiare sofferente di altri come me. Perché sono qui? Ho paura mamma… ce l’avevo anche a casa, in quella sporca stanza dove avevi detto che avrei dormito fino alla fine dei miei giorni, non so esattamente cosa intendevi ma so che nonostante il mio corpo bruciava e il mio stomaco brontolava, sentivo la tua voce la sera quanto tornavi..

Mi chiamavi sempre allo stesso modo, “brutto cagnaccio”, credevo di chiamarmi Nik Nak, ma poi ho creduto che fosse un tuo modo speciale di attirare la mia attenzione. Ultimamente papà mi tirava i calci e tu mi difendevi, dicevi che era già abbastanza e che presto sarebbe finito tutto. Io ero felice mentre sentivo quelle parole, perché sentivo che prima o poi saresti tornata a baciarmi e ad accarezzarmi, come quando ero un cucciolo, ricordi? Quanti istanti meravigliosi mamma su quel divano, quanti ricordi… so che è stata colpa mia se hai dovuto cambiarlo ma io non lo sapevo. E’ stato da allora che avete iniziato a trattarmi in modo diverso.

Adesso apro gli occhi e vedo delle persone che non conosco dietro queste strane sbarre. Cos’è mamma questo posto strano? Uno di loro si sta avvicinando, sta aprendo la porta, mamma ho paura, cosa mi farà? Dove sei mamma? Eccolo, è sempre più vicino… mi sta dando una ciotola con del cibo… ho tanta fame mamma, posso mangiarlo?

Mi ha accarezzato e mi ha detto che andrà tutto bene, perché mi dice queste cose mamma? Sento gli altri cani che piangono, anche loro non trovano più la mamma?

Adesso sento quelle strane persone parlare… stanno parlando di me… cosa? Mamma perché dicono quelle cose? Cosa significa abbandono? “Lo ha lasciato qui perché è brutto e rognoso, tenetevelo pure questo brutto cagnaccio”… Adesso ho capito mamma, ho capito cosa vuol dire… mi dispiace di essere stato un peso ma ricordati che nonostante tutto, io ti amo.”

Questa è la storia di Nik Nak, un povero cane maltrattato, abbandonato in condizioni pessime, con una gravissima infezione della pelle e in uno stato di grave malnutrizione. I volontari si sono subito presi cura di lui, anche se le speranze della sua sopravvivenza lasciavano molto a desiderare. La donna che lo ha lasciato lì, senza cuore, in un freddo rifugio, lo ha definito ormai troppo brutto per poter far parte della sua famiglia. Ma oggi Nik sta bene, la ripresa è stata lenta e dolorosa ma ha conosciuto il vero amore, ha imparato che non tutti gli esseri umani sono uguali e anche se ha ancora tanta strada davanti a se, è finalmente un cane felice.

Vi abbiamo raccontato la sua storia e abbiamo provato ad immedesimarci nelle sue parole per una ragione. La maggior parte delle persone adotta o compra un cucciolo, perché soffice e adorabile. Poi non ha la pazienza di educarlo, perché per chi non lo sa, un cagnolino appena nato è come un bambino e ha bisogno che noi gli insegniamo a vivere. Così, come un vecchio peluche, lo abbandona, non curandosi dei suoi sentimenti, è solo un cane…. Questo “cane” soffre e nonostante il male dell’uomo, l’unica e vera bestia, continua ad amarlo fino alla fine dei suoi giorni. Un cane è fedele al proprio umano ed è l’unica cosa sincera nella vita. Quindi, non adottate se non siete pronti ad aprire il vostro cuore per sempre! Condividete, se c’è una cosa che possiamo fare, è quella di cercare di sensibilizzare un po’ l’animo umano! Vi lasciamo alla ripresa del dolce Nik: