Lei era incinta e lui troppo aggressivo. E’ stata l’unica soluzione
“Ve lo giuro, io ce l’ho messa tutta. Non cerco critiche, cerco sostegno perché ho sofferto tanto e quel dolore è ancora lì, più straziante che mai, nonostante sia passato tempo e nonostante ho tanti motivi per essere felice ma lui è sempre nei miei pensieri. Coolio era il nostro Bracco ungherese, soffice, rugoso e dolcissimo. Per noi era come un figlio. Abbiamo condiviso momenti incredibili, esperienze uniche. Abbiamo riso, abbiamo giocato, abbiamo viaggiato e ci siamo coccolati fino allo sfinimento. Lo abbiamo accolto nella nostra famiglia nell’anno 2015, quando era solo un cucciolo..
Passarono gli anni e io ne fui sempre più convinta, era un compagno perfetto, era colui che avrebbe protetto mio figlio. Ho scoperto di essere incinta, tutto finalmente sarebbe stato perfetto. Poi un giorno, all’improvviso, Coolio è cambiato. Ha iniziato a comportarsi in modo strano. Era diventato aggressivo, non permetteva a nessuno di avvicinarsi. Perfino mettergli a mangiare era diventato pericoloso. Ha provato a mordere mio marito, ma per fortuna aveva un giubbotto imbottito e non riuscì a prenderlo.
Poi ci furono altri episodi in cui cercò di attaccarci. Morse mio suocero, senza un motivo, così quando nessuno se lo aspettava. L’abbiamo portato dal veterinario ma non aveva nulla, nessuna malattia. Il medico mi spiego che il cervello è incomprensibile a volte e che avrei dovuto provare a correggere il suo comportamento con l’aiuto di esperti e di addestratori.
Così l’ho lasciato da questo gruppo di bravi ragazzi per una settimana. Mio marito mi ha portato in vacanza, preoccupato del mio benessere, lo stress, l’ansia e la paura in gravidanza non fanno affatto bene al bambino. Coolio era diventato un pericolo e nemmeno quest’altra soluzione funzionò. I mesi continuavano a passare, ne abbiamo provate tante ma nulla… era rabbioso, ringhiava… e il mio bambino stava per arrivare, ero terrorizzata.
Il veterinario mi spiegò che anche Coolio soffriva per ciò che stava accadendo, probabilmente nemmeno si spiegava il suo comportamento, quando il cervello viene attaccato non c’è più nulla da fare. Così mi consigliò la cosa più difficile, mi consigliò di mettere fine alla sua sofferenza e alle nostre preoccupazioni, mi consigliò l’eutanasia.
Alla fine capii che era l’unica soluzione sensata. Gli misi la museruola e lo portai al parco. Fu la nostra ultima passeggiata, tra l’erba verde e l’aria fresca, come quelle di una volta. Poi andammo dal veterinario, questo lo portò sul lettino. Mi avvicinai, poggiai la mia mano sotto il suo muso e lo baciai teneramente. Non si mosse, aveva capito, era consapevole e sapeva che era la cosa giusta. Ed è così che l’ho salutato, accompagnandolo fino alla fine, nella disperazione e con il cuore a pezzi ma con la sicurezza che dopo quell’iniezione, finalmente, non avrebbe più sofferto.
Oggi mio figlio è nato e noi sentiamo ancora la presenza di Coolio, so che lo proteggerà da lassù e lo accompagnerà nel suo cammino. Voglio dirti amico mio che mi manchi da morire, io ti chiedo perdono per ciò che ho fatto, ma l’ho fatto perché io ti amavo e ti amo ancora. Ciao mio piccolo e dolce Coolio.”