L’orca nella Senna è morta: era malata e nessuno è riuscita a salvarla
Era particolarmente malata e non ce l'ha fatta
Purtroppo non ce l’ha fatta l’orca nella Senna trovata morta nell’ennesimo tentativo di salvarla. Le autorità hanno provato più volte a riportarla in mare, ma senza riuscirci. Il grosso animale era stanco, provato, sofferente e anche molto malato. Il suo corpo ormai privo di vita è stato trovato sul fiume che percorre la città di Parigi.
Da giorni questo grosso animale vagava nel fiume parigino, tra Rouen e Le Havre. Lunedì 30 maggio, quando mancavano pochi minuti a mezzogiorno, i volontari dell’associazione Sea Shepherd l’hanno trovata morta. L’avevano comunque destinata all’eutanasia, perché secondo le autorità francesi era molto malata.
Proprio sabato scorso una squadra di soccorritori aveva tentato un’ultima operazione di salvataggio. A bordo dei mezzi di una brigata fluviale della Seine Maritime hanno provato ad attirare l’animale verso il mare, usando il suono registrato di altri cetacei. Ma ormai non rispondeva quasi più.
Durante il loro intervento di sabato scorso, gli esperti hanno notato una certa “assenza di vivacità, reazioni incoerenti agli stimoli sonori e un comportamento disorientato“. L’animale era profondamente malato e continuava a fare avanti e indietro tra una riva e l’altra della Senna.
Inoltre l’orca emetteva anche dei suoni che secondo gli esperti erano chiari segnali di sofferenza. Il drone usato per monitorarla aveva scoperto una dermatite profonda, probabilmente causata dalla mucormicosi, una malattia che è diffusa tra i mammiferi marini, soprattutto se immunodepressi, e può colpire anche gli uomini.
Orca nella Senna morta: dal 16 maggio era nel fiume francese
Dal 16 maggio scorso l’orca era nella Senna, dopo il primo avvistamento tra Honfleur e Le Havre, in Normandia. L’associazione Sea Shepherd, prima di ritrovarla morta, aveva protestato di non essere coinvolta nelle operazioni di salvataggio.
Avremmo potuto mettere a disposizione i nostri battelli ed essere d’aiuto. Bisognerà trarre lezioni da questa triste storia. I soccorsi sono partiti troppo in ritardo, l’orca era indebolita e magra. Aveva perso molto grasso, non avrebbe dovuto restare senza assistenza per giorni e giorni nella Senna, che è un fiume estremamente inquinato.