Morto il beluga intrappolato nella Senna, i volontari hanno tentato di salvarlo fino all’ultimo

Per lui era troppo tardi

Purtroppo è morto il beluga intrappolato nella Senna. I volontari e i soccorritori hanno tentato di tutto per salvarlo e fino all’ultimo si sono spesi per poterlo aiutare a ritrovare la strada verso il mare aperto, nel tentativo di non farlo morire nel fiume che attraversa Parigi. Ma purtroppo il povero animale marino non ce l’ha fatta.

Morto il beluga intrappolato nella Senna

Da giorni lo tenevano monitorato per capire come fare per prenderlo e riportarlo lungo la costa. Ne hanno controllato ogni movimento, riuscendo, dopo sei ore di lunghissimo lavoro, a prenderlo. Ma il beluga rimasto intrappolato nel fiume parigino non ce l’ha comunque fatta.

Ad annunciare la morte è stato il prefetto del dipartimento di Calvados in Francia. Le sue condizioni di salute sono precipitate improvvisamente e i veterinari hanno presto la triste ma necessaria decisione di sopprimere il povero animale marino, ormai in gravissime condizioni.

Per giorni e notti intere tutti avevano lavorato duramente per poter riportare il cetaceo in un bacino di acqua salata in Normandia, nel nord della Francia, così da poterlo curare meglio in un ambiente naturale in cui solitamente l’animale vive.

Quando i veterinari lo hanno però visitato, hanno subito capito che per lui non c’era più niente da fare. Non riusciva più a nutrirsi e a digerire il cibo ingerito e questo lo ha condotto a condizioni di salute davvero disperate.

La sofferenza era evidente per l’animale, non ventilava abbastanza e quindi abbiamo deciso che doveva essere soppresso.

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Morto il beluga intrappolato nella Senna: era già troppo sofferente e i veterinari hanno deciso di sopprimerlo

Il beluga di 4 metri e 800 chili di peso viveva nelle acque artiche, ma una settimana fa, forse perdendo l’orientamento, aveva preso la direzione di Parigi. Si era poi arenato a circa 130 chilometri nell’entroterra della Manica, a Saint-Pierre-La-Garenne, in Normandia.

Erano riusciti a bloccarlo con una chiusa a Saint-Pierre-La-Garenne, 70 chilometri a nord-ovest di Parigi. Ma aveva già iniziato a non mangiare più.