Negro, il cane colombiano

Negro, il cane colombiano che ha incontrato un uomo speciale; la sua storia meravigliosa e commovente dimostra che i miracoli esistono.

Negro, il cane colombiano, è stato salvato da un destino crudele dal cuore grande di un ragazzo di nome Roberto Locarnini. Vi racconteremo la storia, così come lui stessa ce l’ha raccontata. Una bellissima storia che tutti dovrebbero conoscere e che ci ha commosso profondamente.

La storia ha luogo in Colombia, in un paese di nome Santa Elena. Era gennaio del 2018 e io mi ero trasferito lì, in una capanna nel bosco insieme ad amici. Dal primo giorno ho visto Negro che, sinceramente, mi faceva paura. Gli amici mi dissero che era un cane abbandonato, lasciato lì da vigliacchi. Lui viveva nel bosco e si era inselvatichito. Negro restava in zona e mi osservava, quando uscivo di casa e lo incrociavo, lui ringhiava ma lo faceva con tutti.

Per questo motivo, le persone gli tiravano le pietre e lo cacciavano via. Mi raccontarono che una volta era stato avvelenato, era rimasto per giorni in uno stato di agonia poi era sparito nel bosco, tornando dopo giorni! È sopravvissuto da solo e questo significa che AMA LA VITA!

Per il fattore della pericolosità in molti avevano l’intenzione di ucciderlo ma lui sapeva “dove mettersi” e si salvava ogni volta.

Io quando uscivo di casa da solo, mi portavo del cibo. Non gli avrei mai tirato le pietre ma lo temevo perché non volevo che mi mordesse quindi se lo vedevo gli lanciavo del cibo così che si distraeva.

Dopo circa 2 settimane, avevo ormai la piena consapevolezza che lui ringhiava per proteggersi e non per attaccare. Lui stava sempre lì, mi seguiva sempre a distanza e ormai era il mio cane. Mi svegliavo e lui era lì fuori ad aspettarmi, andavo a prendere il bus e mi accompagnava. Non potevo, però, toccarlo, se mi avvicinavo troppo mi ringhiava.

Un giorno sono riuscito ad accarezzarlo di sfuggita e, da lì in avanti, è andata sempre meglio fino ad arrivare ad abbracciarlo. Tutti mi dicevano di adottarlo e io ho sempre detto di no, perché pensavo fosse troppo complicato. Comunque, lui veniva sempre con me, ci accampavamo insieme nel bosco, passeggiavamo insieme. Quando prendevo il bus per andare a Medellin lui mi aspettava alla fermata fin quando tornavo indietro.

Un giorno stavamo camminando e una macchina lo ha investito, lo portai subito dal veterinario e quel giorno presi la decisione di adottarlo. Gli feci fare tutti i vaccini, gli comprai il guinzaglio e tutto il necessario. Non sapete l’emozione ogni giorno, con il suo sguardo che ti dice: “Grazie” e “Davvero è per me?”.

Mi informai dal veterinario come fare per portarlo in Svizzera e lui mi disse che era semplicissimo. Invece mi aveva dato informazioni scorrette.

Ho viaggiato con lui mezza Colombia ed è diventato il cane più buono e dolce del pianeta. Ha conquistato il cuore di TUTTI, è diventato famoso in tutto il golfo di Urabà. E non la sto “pompando”, è davvero una leggenda. Con lui non avevo paura di nulla.

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Scoprì successivamente che portarmelo in Svizzera sarebbe stato molto più complicato e lungo di quanto mi era stato detto. Io dovevo tornare a casa e avevo deciso di lasciare Negro ad un mio amico, dove ho vissuto più tempo con lui, però quello è un luogo selvaggio, dove si arriva solo in barca e che non ha un veterinario. 3 settimane prima di partire Negro si era ammalato e ho dovuto portarlo dal veterinario, mi sono spaventato molto e quindi decisi di trovargli una sistemazione con accesso al veterinario. Avevo contattato un’altro mio amico, una persona fidata che conosco da 6 anni. Sono andato la (20 ore di bus), il cane si era adattato benissimo e sembrava tutto perfetto. 2 settimane più tardi mi ha detto che non poteva più tenermi il cane perché sua mamma si era ammalata e sarebbe venuta lì e aveva paura.

Chiesi a molte pensioni per cani, ma nessuna accettava il cane per tutto quel tempo. Quindi chiesi a tutti quelli che conoscevo ma fui rifiutato: nessuno poteva tenerlo.

Un conoscente che lavora “tra i superiori” nel municipio di Medellin (la parte ambientale) mi ha raccomandato di portarlo in questa riserva del municipio nella quale viveva un guardia-bosco che aveva già un cane. Sono andato a vedere il luogo ed era bellissimo, il cane di questo personaggio era tenuto benissimo e quindi mi aveva fatto buona impressione.

Purtroppo mi sono fidato della persona sbagliata, sono stato raggirato e mi hanno preso per i fondelli forte. Io pagavo il mantenimento di Negro più qualcos’altro in segno di gratitudine. Appena sono andato via, hanno iniziato a farmi richieste di denaro assurde (fatemi sapere se volete che ve le racconto). Molte di queste richieste erano accompagnate da foto di Negro ferito, per cui i soldi erano urgenti per il veterinario.

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Ovviamente ero consapevole che mi stavano prendendo per i fondelli, però io non sapevo cosa fare, non avendo il permesso di tornare in Colombia. Se mi fossi rivolto a qualcuno, sicuramente avrebbero fatto sparire il cane. Quindi non ho potuto fare altro che mandarli sempre i soldi, con tanta paura ogni giorno. Addirittura ho dovuto richiedere dei soldi a mia mamma per far fronte a tutte queste richieste.

Tutti mi hanno detto di lasciare perdere, di non mandarli più nulla e di rinunciare a Negro. Ma per la verità non ci sono riuscito, lo amo troppo quel cane. A settembre del 2018, non potendo entrare in Colombia sono andato in Ecuador con l’intenzione di entrare in Colombia via terra, sperando che alla frontiera spiegandogli la situazione, mi avrebbero dato dei giorni in più.

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Atterrato in Ecuador ho preso il taxi per un hostal, dove avevo prenotato. Uscito dal taxi sono stato aggredito da 4 persone che mi hanno aggredito: ho perso la coscienza e mi hanno rubato tutto. Superato questa cosa sono arrivato nella frontiera con la Colombia e mi hanno dato 23 giorni di visto.

Sono andato da Negro e, fortunatamente, stava bene di salute. Non avevo nessun soldo per portarlo in un’altro posto e non avevo il tempo per organizzare qualcosa. Sono stato costretto a tornare a casa con tutto il senso di colpa.

Chiesi anche al canile di Medellin e mi ha detto che loro accettano solo i cani della strada e che siccome mi sono già assunto la responsabilità, loro non potevano accettarlo.

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Avevo chiesto aiuti a parecchie persone ma mi hanno consigliato di farlo sopprimere oppure non mi hanno creduto, pensando che fossi un truffatore che usa gli animali per ricevere soldi. C’è stata solo una ragazza, che pur inizialmente scettica, mi ha aiutato concretamente consigliandomi di aprire una raccolta fondi. Inoltre si stava organizzando anche lei per aiutarmi con delle volontarie in Colombia. Ho chiesto aiuto anche ad associazioni e santuari colombiani. Ma nessuno aveva i fondi per aiutarmi. A gennaio sono ritornato a riprenderlo con solo 300 fr in tasca.

Siccome non potevamo stare a Medellin per i costi, siamo andati nella giungla, ospitati da un amica. Purtroppo Negro aveva cambiato il suo comportamento… io non oso immaginare cosa gli sia successo.

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Praticamente andare in giro con lui, era diventando impossibile. Prima lo tenevo libero, come tutti i cani in quella zona.
In quel periodo dovevo tenerlo al guinzaglio, con tutti gli altri cani liberi che venivano a gruppi a cercare di mordere il mio.

Purtroppo questa cosa mi limitava parecchio, perché il mio lavoro in quel momento era pescare nel mare. Ma non potevo tenerlo da nessuna parte da solo. Prima stava libero insieme agli altri cani e alla gente del posto e io potevo lavorare tranquillo.

Quindi, una grande amica di Medellin, mi ha prestato una casa in campagna e siamo andati lì! Ma la situazione era peggiore… Perché i cani di quelli che avevano le fattorie accanto si affrontano sempre. Quindi non potevo uscire di casa che avevo tutti i cani addosso.

Comunque decisi di non arrendermi, perché una volta in Svizzera, il problema sarebbe scomparso, dato che lì non ci sono cani liberi… Potevo lavorare sul suo trauma e andare in giro tranquillamente. Per questo motivo decisi di portarlo in una pensione/scuola per cani. Le cose adesso vanno molto meglio e Negro è già bravissimo. L’unica cosa è che non va molto d’accordo con i maschi.

Io nel frattempo sono rientrato in Svizzera, perché mi avevano offerto un lavoro che non mi hanno dato. Comunque grazie alla raccolta fondi, sono riuscito a pagarli le analisi e la pensione (che è privilegiata…). Però non potrei essere più soddisfatto, viene trattato come un re, tutti i giorni fa socializzazione, mi mandano foto e video tutti i giorni, mi hanno offerto un’assicurazione… Quindi qualunque cosa succede, sono assicurato. Posso anche guardare il cane in camera le 24 ore su 24 che è la cosa più importante… Gli danno molto amore e lo coccolano tanto! Inoltre mi stanno facendo tutte le pratiche per portarlo qua!

E noi non possiamo non augurarti, Roberto, di riuscire a riprenderti Nero il prima possibile. Siete meravigliosi insieme.

Un racconto di Roberto Locarnini