Paolì…

Ho proprio l’occhio lungo, lo riconosco da sola, a me non sfugge mai nulla. Il mio immenso amore per gli animai mi ha portato in questi anni a vedere ciò che neanche con tre paia di occhiali si sarebbe visto. Così quella mattina una nuova avventura era arrivata nella mia vita, inconsapevolmente mi ero ficcata in un bel guaio grosso…

Non si vedevano bene le orecchie, così mi sono fermata e mi sono avvicinata, ho iniziato ad urlare come se non ci fosse un domani, volevo che uscisse fuori così da potermi sfogare per bene. Non c’era nessuno, una solitudine infinita…’ho accarezzato quasi a volergli dire che tutto era finito, che presto il dolore sarebbe svanito ma lui non voleva essere toccato…Ho chiamato aiuto, i ragazzi del’oasi sono venuti subito Alisia si è messa le mani sul viso, non voleva vedere, Bob sempre intraprendente, ha detto”Hei Paolì, andiamo a casa, stai tranquilla!” Come se fossero amici da sempre insomma…Prima di andare via è intervenuta la polizia, chi era colpevole doveva essere punito, intanto Paolì iniziava la sua nuova avventura nell’oasi. Non fu semplice, vennero chiamati esperti per gli zoccoli, veterinari per le piaghe della pelle e per i parassiti che si erano insediati nella carne. Fu necessario mettere un cappottino per ripararla il più possibile. L’artefice di tutto ciò venne rintracciato e denunciato, il giudice lo solo rimproverò, intimando la riconsegna di Paolì al legittimo proprietario. I ragazzi dell’oasi si sono opposti e si aspetta la nuova sentenza, chi maltratta gravemente un animali riducendolo così non può essere solo rimproverato, non si può continuare ad ignorare il loro dolore!

 

Il dolore di Paolì

tutti al lavoro per lui

il proprietario non deve riaverlaaa