Perché la cacca del wombat è a cubetti?

Perché le feci di questi animali sono a cubetti? Gli scienziati se lo sono chiesto e si sono anche dati una risposta!

Gli scienziati hanno finalmente svelato perché la cacca del wombat è a forma di cubetti. Una domanda che tutto il mondo si faceva e che riguardava questo tenero animaletto australiano che, a quanto pare, solo di notte produce da 80 a 100 cubetti di feci. Di solito le deposita fuori dalle tane, sopra rocce, tronchi. E forse lo fanno per comunicare con gli altri wombat.

Gli esperti, infatti, sottolineano che il wombat ha un forte senso dell’olfatto che viene probabilmente utilizzato anche per comunicare. Scott Carver, ecologista della fauna selvatica dell’Università della Tasmania, co-autore dello studio, ha dichiarato: “Non sappiamo quali siano le informazioni che stanno condividendo, ma potrebbe essere qualcosa che riguarda l’accoppiamento, potrebbe essere qualcosa di generico per dire chi c’è in zona“.

Insomma, una sorta di segnali di fumo per avvertire o della presenza di una famiglia di wombat in zona o per dare un qualche segnale della possibilità o meno di trovare un partner per l’accoppiamento. Il tutto fatto con le feci. Ma perché proprio i cubetti?

wombat

La forma a cubetti potrebbe essere un modo per non rotolare via, così il messaggio rimane lì per tutti gli altri esemplari che ne notano la presenza e il suo odore. E pensare che da anni in molti si chiedevano il perché di quella forma per le feci del’animale marsupiale.

I ricercatori sono stati guidati da Patrizia Yang del Georgia Institute of Technology e hanno dichiarato di aver scoperto dei particolari processi digestivi per quello che finora era un mistero. Solo loro la fanno così. “Nel mondo costruito, le strutture cubiche sono create per estrusione o stampaggio a iniezione, ma ci sono pochi esempi di questa prodezza in natura“.

I risultati dello studio sono stati presentati dagli autori in occasione dell’edizione numero 71 del Meeting Annuale tenuto dalla Divisione Fluidodinamica della American Physical Society ad Atlanta, domenica scorsa.